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Filt Cgil in lutto, morto il segretario Alessandro Rocchi

Aveva diretto la categoria dal 2003 al 2008. È scomparso domenica a 58 anni dopo una breve malattia

È morto l'ex segretario generale della Filt Cgil Alessandro Rocchi. Aveva diretto la categoria nel Veneto dal 2003 al 2008. È scomparso domenica 4 novembre a 58 anni, dopo una breve malattia. A dare la notizia è la federazione dei trasporti della Cgil che esprime tutta la propria vicinanza alla famiglia.

La carriera

La Cgil e la Filt del Veneto sono profondamente addolorate per la scomparsa di un compagno e un amico intelligente e attento che ha dato un indiscutibile e prezioso contributo alla vita del sindacato nella regione. Nato nel 1960, romano, dopo una breve esperienza da disegnatore meccanico in una società privata di costruzioni civili, nel 1981 Rocchi viene assunto, per concorso pubblico, dalle Ferrovie dello Stato. Si iscrive alla Cgil nel 1985. Prima delegato dei macchinisti del deposito locomotive Roma San Lorenzo, poi, dal 1988 al 1991, nel coordinamento sindacale del settore ferrovieri della Filt Lazio. Dal 1992 al 2002 svolge la sua attività sindacale presso la Filt nazionale, occupandosi del settore ferrovieri. Nel 2003 viene eletto segretario generale della Filt del Veneto, incarico che ricopre fino al 2008. 

Cordoglio

Moltissimi i messaggi di cordoglio. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha scritto su Twitter: «Alessandro ci mancherai, un grande abbraccio alla famiglia e alle compagne e compagni della Filt Cgil». Grande il dolore tra delegati e dirigenti sindacali della Filt del Veneto i cui messaggi continuano ad arrivare: «Ricordiamo Alessandro per la sua solida competenza e professionalità che ha portato ad importanti risultati, soprattutto nel campo contrattuale, per la determinazione che ha messo nelle estenuanti trattative che hanno portato alla firma dei contratti nazionali del settori ferroviario, del trasporto pubblico locale e della mobilità. Lo ricordiamo come un instancabile lavoratore, capace di essere vicino ai nostri iscritti, alla nostra gente, sempre disponibile ad ascoltare e a dare un contributo. Aveva una grande capacità di analisi e una profonda conoscenza del settore e delle sue problematiche, e per questo nelle vertenze contrattuali era lungimirante e coraggioso. Nel gergo ferroviario il macchinista viene chiamato “maestro” e lui lo è stato veramente per noi».

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