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Mose, un protocollo con le università per studiare l'opera. Azione interroga il ministro Giovannini

Fei: «Tatticismi, mediocrità e mancanza di visione hanno portato in una situazione di trascuratezza e immobilismo». Un'intesa con gli atenei per la conoscenza di un sistema ingegneristico tutto italiano

Il Mose entra all'Università con un progetto che prevede lo studio approfondito della più grande opera ingegneristica italiana realizzata per difendere la città di Venezia e il territorio lagunare dal fenomeno dell’acqua alta. Con il protocollo d'intesa siglato oggi dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, dal commissario straordinario Elisabetta Spitz, dal commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani, dalle Università Ca' Foscari e Iuav, è iniziata una collaborazione per aumentare la consapevolezza delle problematiche connesse alla protezione dell’ambiente e alla lotta contro la crisi climatica.

Il protocollo per lo studio dell'opera

Durante l’incontro si è deciso anche che faranno parte del programma progetti di ricerca condivisi con le università. «Si tratta di un progetto innovativo per la conoscenza di un sistema ingegneristico ad alta tecnologia unico al mondo -  commenta il ministro Enrico Giovannini - che consentirà di coinvolgere le giovani generazioni su un'opera che riguarda l’innovazione tecnologica al servizio della salvaguardia degli ecosistemi marini e terrestri, culturali e paesaggistici oltre a quelli sociali. Il programma - aggiunge Giovannini - fa parte di una campagna volta a valorizzare un'opera di ingegneria italiana unica in tutto il mondo». «Il Mose accompagnerà la quotidianità di Venezia e per questo abbiamo iniziato a lavorare a un progetto che permettesse di conoscere meglio e più da vicino questa eccellenza italiana», dice il commissario Spitz. Anche il Consorzio Venezia Nuova accoglie l'opportunità di far conoscere agli Atenei l'operatività e il completamento della realizzazione del Mose, ha detto il commissario Miani. Da parte sua Ca' Foscari guarda alla salvaguardia di Venezia e del suo ecosistema come a un tema di ricerca trasversale e interdisciplinare. «L'università è impegnata da anni nella ricerca sulle tematiche ambientali e la sostenibilità, che rientra nel nostro Statuto - commenta il rettore Tiziana Lippiello - è uno dei sette obiettivi strategici del nostro Piano 2021-2026». Saranno gli Atenei a indicare quali dipartimenti definiranno i piani di lavoro, mentre il Cvn fornirà il materiale di studio sul Mose con accessi e visite programmate all'infrastruttura. 

L'interrogazione di Azione

Se dal punto di vista conoscitivo il Mose è una sfida, molti nodi restano da sciogliere riguardo al completamento dell'opera e al suo funzionamento. Ieri mattina sulla questione è intervenuto il partito Azione in Senato con un'interrogazione parlamentare per chiedere conto della situazione. Il senatore Matteo Richetti ha deciso di chiamare in causa il presidente Draghi e il ministro delle Infrastrutture per chiedere «di porre fine alla situazione di abbandono del Mose». Per Carlo Fei, delegato nazionale di Azione e portavoce di Azione Veneto, «il Veneto da troppo tempo non gioca il ruolo che merita nella politica nazionale. Tatticismi, mediocrità e mancanza di visione ci hanno portato in una situazione di trascuratezza a partire dal Mose. E, a parte il sindaco Brugnaro, nessuno si è veramente voluto esporre su questa fondamentale questione - commenta - Zaia ne ha parlato ma effettivamente non rientra nelle competenze della Regione. L’assoluto abbandono dell'opera (il cui completamento previsto per il 31 dicembre di quest’anno è stato prorogato recentemente di altri due anni) e l’insuccesso della gestione del super commissario e del provveditorato, rischiano di far arretrare la città al punto di partenza».

Se è vero che il Mose non è stato completato, il sistema è comunque in funzione ed è stato attivato più volte dal 2020 per proteggere Venezia. Il tema della manutenzione non è affatto secondario ai lavori di costruzione perché garantisce l’efficienza e la durata nel tempo dell'opera. «Dalla fine del 2018 sono state 4 le gare indette e solo una, la 54 concernente la manutenzione sperimentale delle paratoie e dei maschi della bocca di Lido Treporti, è stata aggiudicata lo scorso mese di giugno (ma non ancora formalizzata) a un gruppo temporaneo di imprese (Rti) facente capo a Fincantieri - continua Fei -. Chiediamo al ministro di chiarire il perché di questi reiterati rallentamenti agli obbiettivi di completamento e manutenzione del sistema».

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