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Un commissario per completare il Mose, sindacati in allarme per i lavoratori

Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con il prefetto. «Se entreranno aziende a partecipazione statale, gli operatori che fino a oggi hanno progettato e costruito l’opera hanno il destino segnato»

Il ministero dei Trasporti, dopo l'approvazione in Commissione al Senato dell'emendamento al decreto sblocca-cantieri, ha previsto la nomina di un commissario per il completamento del Mose. «Che ne sarà del destino dei lavoratori di Comar, Thetis e del Consorzio Venezia Nuova?», si chiedono Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto al prefetto di Venezia una convocazione urgente.

Partecipazione statale

«Se il nuovo commissario si avvale di imprecisate aziende a partecipazione statale, i lavoratori, che fino a oggi hanno garantito la fase progettuale e il coordinamento dei lavori di costruzione dell’opera, potrebbero avere il destino segnato - spiegano -. È ingiusto e inaccettabile penalizzare 250 operatori delle tre aziende che sono sempre state estranee a tutte le forme di illegalità che hanno caratterizzato la vicenda legata al sistema di dighe mobili».

Le professionalità

«Non si può disperdere quel patrimonio di esperienze e capacità acquisite dagli addetti delle aziende». Cgil Cisl e Uil affermano di voler convocare le assemblee dei lavoratori per stabilire con loro le opportune forme di mobilitazione. «Non sarà accettato in nessun modo che il futuro dell’opera, con l’ultimazione dei lavori, le successive fasi di avviamento e di manutenzione, vedano esclusi i lavoratori di Comar, Cvn e Thetis. Non potrà essere chiesto a loro e alle loro famiglie un prezzo così alto da pagare, causato da scelte irresponsabili».

Gli occupati

A fine maggio l'avvio della discussione sullo sblocca cantieri, a un tavolo interaziendale tra sigle sindacali, Rsu, società e commissari straordinari. Obiettivo: fare chiarezza sul commissario unico introdotto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. «Prevista anche la costituzione di un’apposita struttura pubblica - aveva annunciato il ministero delle Infrastrutture e Trasporti in una nota - , con partecipazione e capitale sociale di ministero delle Finanze, dei Trasporti, delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Città metropolitana di Venezia, Comune di Venezia e Autorità di sistema portuale, per coordinare l’esecuzione e l’affidamento delle attività di gestione e manutenzione del sistema Mose». Quest'ultima parte cancellata dal ministero delle Finanze che «non ha ritenuto economicamente sostenibile il comma dell'emendamento sulla struttura di gestione». La preoccupazione sindacale per i posti di lavoro invece è rimasta.

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