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Martedì, 19 Marzo 2024
78. Mostra del Cinema

Roberto Benigni è Leone d’oro alla carriera della 78. Mostra del cinema

Ha raggiunto la fama internazionale come attore, regista e sceneggiatore. Barbera: «Fin dall'esordio si è imposto nel panorama dello spettacolo come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali»

Roberto Benigni è Leone d’oro alla carriera della 78. Mostra del cinema di Venezia (1 - 11 settembre 2021): la Biennale di Venezia incorona così il lungo e fortunato curriculum di uno degli uomini di spettacolo più amati dal pubblico italiano e internazionale. Regista, attore, sceneggiatore (e molto altro ancora), Benigni ha dichiarato: «Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine. È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro dalla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia».

«Figura di riferimento senza eguali»

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale su proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera, che commenta così il premio: «Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali. Alternando le sue apparizioni su palcoscenici teatrali, set cinematografici e studi televisivi con risultati di volta in  volta sorprendenti, si è imposto in tutti in virtù della sua esuberanza e irruenza, della generosità con cui si concede al pubblico e della gioiosità appassionata che costituisce la cifra forse più originale delle sue creazioni».

Prosegue Barbera: «Con ammirevole eclettismo, senza mai rinunciare a essere se stesso, è passato dal vestire i panni dell’attore comico tra i più straordinari della pur ricca galleria di interpreti italiani, a quelli di regista memorabile in grado di realizzare film di enorme impatto popolare, per trasformarsi da ultimo nel più apprezzato interprete e divulgatore della Divina Commedia dantesca. Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete – al servizio di grandi registi come Federico Fellini, Matteo Garrone e Jim Jarmusch – nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario».

Zaia: «Congratulazioni, carriera indiscutibile»

Tra i primi a congratularsi il presidente della Regione Luca Zaia: «Una carriera che si è dipanata dall’intrattenimento televisivo e radiofonico di innovazione e sviluppatasi attraverso il cabaret, il teatro, la divulgazione della cultura classica fino alla realizzazione come regista di una riflessione cinematografica sulla tragedia dell’Olocausto, un’opera fuori dagli schemi, raccontata attraverso gli occhi di un bambino, che ha conquistato ben tre premi Oscar. È una carriera indiscutibile quella di Roberto Benigni, che, già ricca di affermazioni a livello internazionale, ora trova ulteriore riconoscimento e consacrazione». «Faccio le mie congratulazioni a Benigni - conclude - e mi complimento con il direttore Barbera e il Cda per la scelta. Esprimendo con orgoglio la sua forte identità toscana, Benigni ha sempre dato una dimostrazione di saldezza nelle proprie radici; un valore che come veneti sentiamo comune. Nel Leone d’oro che riceverà c’è il simbolo storico della nostra terra, il riassunto di una cultura che ha fatto della libertà e del cosmopolitismo il fondamento del suo aprirsi al mondo. Connotazioni alla base anche della tradizione culturale, teatrale e cinematografica che sono componenti essenziali della storia di Venezia e del Veneto».

Per il senatore Pd Andrea Ferrazzi, il Leone a Benigni «è il riconoscimento del genio, della cultura, della sensibilità e della bellezza di un uomo che rappresenta il meglio del nostro meraviglioso Paese. Sono orgoglioso e felice».

Biografia

Roberto Benigni è nato a Misericordia (Castiglion Fiorentino, Arezzo) il 27 ottobre 1952. Ha iniziato la sua carriera artistica nei primi anni ’70, ed è presto diventato uno dei più amati e popolari attori, registi e sceneggiatori italiani, noto e apprezzato in tutto il mondo.

Con La vita è bella (1997), da lui scritto e diretto, ha ottenuto nel 1998 il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, e nel 1999, fra le sette nomination ricevute, ha ottenuto i premi Oscar per il miglior film straniero e il migliore attore (oltre a quello per le migliori musiche assegnato a Nicola Piovani). Con lo stesso film, sempre nel 1999, ha vinto come Miglior attore protagonista anche lo Screen Actor Guild e il Bafta. La vita è bella è il film con il maggior seguito di pubblico del cinema italiano: 9,7 milioni di spettatori. Ed è nella storia del cinema italiano il film che ha totalizzato il più alto numero di spettatori nel mondo.

Oltre ai quattro David di Donatello e ai quattro Nastri d’argento vinti per La vita è bella, Benigni ha ottenuto il David per Il piccolo diavolo (1988) e Johnny Stecchino (1991), e il Nastro per Daunbailò (1986), Johnny Stecchino (1991), La tigre e la neve (2005) e recentemente, come miglior attore non protagonista, nel ruolo di Geppetto, per Pinocchio (2019) di Matteo Garrone. Nel 2008 ha ricevuto a Parigi il César d’Honneur. Nel 2016 è stato premiato con il Globo d’Oro alla carriera e l’anno successivo con il Premio alla carriera dei David di Donatello. Nel 2020 ha conquistato il Prix Lumière alla carriera.

Si è affermato anche nel cinema statunitense recitando con autori quali Jim Jarmusch (Daunbailò, 1986: Taxisti di notte, 1992; Coffee and Cigarettes, 2003), Blake Edwards (Il figlio della Pantera rosa, 1993) e Woody Allen (To Rome with Love, 2012).

Il successo nelle piazze della sua Toscana aveva convinto il ventenne Benigni a trasferirsi a Roma. Ha ottenuto i primi successi nel teatro d’avanguardia e in seguito negli show televisivi  (L’altra domenica, 1976, di Renzo Arbore, nella parte di un esilarante critico cinematografico). Ha portato poi sul grande schermo uno dei propri spettacoli, Berlinguer ti voglio bene (1977), diretto da Giuseppe Bertolucci. Si è messo quindi in luce come protagonista di Chiedo asilo (1979) di Marco Ferreri e de Il minestrone (1981) di Sergio Citti, ha partecipato a La luna (1979) di Bernardo Bertolucci e Il pap’occhio (1980) di Renzo Arbore. E’ stato quindi nuovamente protagonista di Daunbailò (1986) di Jim Jarmusch e de La voce della luna (1990), film-testamento di Federico Fellini, nel ruolo del lunare e poetico Ivo, insieme a Paolo Villaggio.

Benigni ha esordito nella regia con Tu mi turbi (1983) e ha diretto insieme a Massimo Troisi il fortunato Non ci resta che piangere (1984), dando inizio a una serie di film premiati da un grande successo di pubblico, come Il piccolo diavolo (1988), insieme a Walter Matthau, primo dei suoi film scritto con Vincenzo Cerami. Dal 1987 ha lavorato sempre insieme a Nicoletta Braschi, protagonista femminile di tutti i suoi film con la quale ha poi fondato nel 1991 la società “Melampo Cinematografica” che ha prodotto da quel momento tutti i loro film: Johnny Stecchino (1991), Il mostro (1994) e La vita è bella (1997). In seguito Pinocchio (2002), che ha ottenuto due David di Donatello e un Nastro d’argento, e La tigre e la neve (2005), che ha ricevuto due Nastri d’argento.

Benigni ha dimostrato straordinarie qualità di alta divulgazione interpretando e commentando la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canto degli italiani, i Principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e i Dieci comandamenti biblici, ricevendo grandi consensi di pubblico e critica. Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Gli sono state conferite dieci lauree Honoris Causa oltre ad altri numerosi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.

In occasione del Dantedì 2021 Benigni ha recitato il XXV Canto del Paradiso, in diretta dal Salone dei Corazzieri al Quirinale e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Dario Franceschini.

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