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In mostra alla Collezione Peggy Guggenheim le opere di Edmondo Bacci

L'esposizione "Edmondo Bacci. L’energia della luce", curata da Chiara Bertola, sarà visitabile dal 1 aprile al 18 settembre 2023  

È stata presentata questa mattina alla stampa la mostra Edmondo Bacci. L’energia della luce, a cura di Chiara Bertola, allestita negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim e visitabile dal 1 aprile al 18 settembre 2023.
 
«Nel 1949 Peggy Guggenheim si trasferisce a Venezia, a Palazzo Venier dei Leoni – ha ricordato la direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, Karole P. B. Vail –. In laguna prosegue con entusiasmo la sua attività di collezionista e mecenate, ma invece di aprire una galleria, come aveva fatto a Londra e a New York, decide di sostenere alcuni artisti veneziani, che guardano a lei come a un faro di speranza nell’Italia del dopoguerra. Tra questi artisti c’è appunto Bacci. È dunque per noi estremamente significativo ricordarlo oggi con una monografica».
 
La curatrice Chiara Bertola ha successivamente preso la parola, entrando nel cuore del percorso espositivo: «Per me questa mostra rappresenta un ritorno a casa di Edmondo Bacci. Dal percorso espositivo ho cercato di far emergere, il più possibile, il linguaggio di Bacci: lui dipingeva la luce, quella luce che per lui era pregnanza delle cose, e da cui deriva il titolo della mostra stessa, una mostra che presenta le fasi più salienti, liriche ed esplosive del percorso artistico del pittore, dalle sue “Fabbriche”, alle “Albe”, per arrivare ai più noti “Avvenimenti”. Nel percorso non manca una sorta di deviazione, che definisco inedita, dedicata ai suoi lavori più sperimentali, e in qualche modo tattili, per terminare poi con il grande tributo che la XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1958 gli dedica, offrendogli un’intera sala, ricreata ora in mostra».
 
Con un’ottantina di opere, molte delle quali mai esposte prima, tra dipinti e disegni inediti, provenienti dall’Archivio Edmondo Bacci, collezioni private e musei internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York e l’Art Museum di Palm Springs, si tratta della prima e più esaustiva personale dedicata all’artista veneziano Edmondo Bacci (1913-1978). Il percorso espositivo prende il via dal nucleo di tele, in bianco e nero, intitolate Cantieri e Fabbriche, che l’artista realizza tra il 1945 e il 1953, ispirate agli altiforni dell’area industriale della vicina Marghera, e influenzate dal contatto con gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, in particolare Vedova e Armando Pizzinato. Si prosegue con le Albe, tele del 1954, caratterizzate dalla rottura definitiva dei piani cromatici e realizzate nel corso degli anni Cinquanta e nei successivi Sessanta, protagonisti delle sale successive. Gli Avvenimenti rappresentano invece il nucleo più poetico, creativo e felice del lavoro dell’artista nonché il cuore pulsante della mostra stessa: opere dove lo spazio non è più sorretto da una griglia geometrica ma si genera unicamente dalle relazioni degli eventi di colore. Un colore che diventa spazio assoluto e che abolisce ogni limite tra superficie e volume, tra dimensione e traiettoria.
 
La mostra dà altresì spazio a un altro aspetto interessante, e meno noto, del linguaggio dell’artista: lo sperimentalismo degli anni Sessanta-Settanta a cui Bacci rivolge la sua ricerca negli ultimi anni di lavoro. Il percorso espositivo si conclude quindi con un tributo alla partecipazione di Bacci alla XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel 1958. A chiudere l'esposizione una sorprendente tela di Giambattista Tiepolo, Il Giudizio finale, a testimonianza di come, fin dalla sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, Bacci sia stato fortemente influenzato dalle grandi tele del passato, in particolare dal colorismo luministico di Giovanni Bellini, Giorgione e, soprattutto, dalla spazialità dei grandi affreschi e cieli di Tiepolo.
 
 

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