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Moulaye Niang: dal Senegal all'arte vetraria di Venezia

Dopo aver conosciuto questa tradizione, quando era bambino, se n'è innamorato e, da adulto, ha aperto un atelier

Era un bambino quando, per la prima volta, ha messo piede a Venezia. Da Dakar, Senegal, è partito insieme ai suoi compagni di scuola per una gita in laguna e, da quel momento, la città d'acqua ha cominciato a far parte della sua vita. Dopo aver assistito alla dimostrazione di un vetraio, si è innamorato di quest'arte e, adesso, Moulaye Niang è uno di coloro che portano avanti questa storica tradizione. 

Nel suo atelier, il Muranero, aperto nel 2006 a Castello dopo aver frequentato la scuola del vetro Abate Zanetti, oggi Moulaye realizza gioielli con perle di vetro. Una fusione tra la tradizionale arte veneziana e i dettagli tipici di quella africana. «Creare è andare oltre i propri limiti, scoprire l'altro e il mondo. Mi lascio guidare dalla luce della giornata, da un suono. La perla più bella che ho realizzato l’ho creata pensando a un tramonto africano che avevo nella memoria. E l’ho regalata a mia sorella», ha raccoltato Moulaye in un'intervista rilasciata a Google. 

Negli anni l'attività di Moulaye è cresciuta, sbarcando anche online, dove vende i suoi gioielli e non solo. «Venezia è una città che da sempre si contamina con il mondo - aggiunge Moulaye -. Arricchisce la propria cultura con quella delle persone che vengono a visitarla. Negli anni ho avuto collaborazioni con designer italiani, americani, giapponesi, turchi. Cerco di coinvolgere persone che possono arricchirmi con nuove culture, influenzare le mie creazioni».

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