rotate-mobile
Attualità

Caro energia, l'opposizione preme in Veneto per i contributi al fotovoltaico

Possamai: «Pmi strozzate. L’impennata dei prezzi per la pandemia, la congiuntura e il conflitto in Ucraina rischiano di metterle fuori mercato»

«La Regione garantisca dei contributi a fondo perduto per l’installazione di pannelli fotovoltaici: l’impennata dei prezzi dovuta a crisi pandemica, fattori congiunturali e il conflitto in Ucraina rischiano di mettere le piccole e medie imprese definitivamente fuori mercato». Così Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico Veneto, primo firmatario di una mozione presentata dai dem in Consiglio regionale. «Da luglio 2021 a oggi il governo ha stanziato 11 miliardi per contenere il peso delle bollette, ma è evidente che non bastano. Occorre trovare soluzioni alternative e anche la Regione deve fare la sua parte», afferma.

«L’invito è a predisporre quanto prima un bando per erogare finanziamenti: abbiamo appena approvato il Por Fesr 2021-2027, è necessario dirottare in questa direzione una quota rilevante di risorse. Un sostegno che permetterebbe di differenziare le fonti di approvvigionamento, diminuire i costi grazie all’efficientamento energetico del ciclo produttivo rendendole più competitive e con benefici per i consumatori finali. Inoltre consentirebbe di proseguire con più velocità verso la transizione energetica, riducendo le emissioni climalteranti: se vogliamo centrare l’obiettivo del 30% del consumo lordo di energia da rinnovabili entro il 2030 previsto dal Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) non possiamo perdere altro tempo, la potenza eolica dovrà essere raddoppiata e quella fotovoltaica addirittura triplicata: il fotovoltaico è la soluzione più efficace nel breve termine», argomenta.

«Al di là della congiuntura, infatti - continua Possamai - ci sono difficoltà strutturali come il peso degli oneri generali che influisce per il 49% alla spesa per l'energia». Il capogruppo dem evidenzia il preoccupante rallentamento degli investimenti nelle rinnovabili da parte delle Pmi anche a causa delle difficoltà per accedere agli incentivi. «Servirebbero dei sostegni pensati ad hoc per invertire la rotta dell’ultimo decennio. A ciò va aggiunta l’esclusione dei piccoli impianti fino a 20 Kw, quelli maggiormente diffusi tra le piccole imprese, dalle misure previste dal Dm Fer che preclude la possibilità di investimento in impianti di autoproduzione. In Europa - conclude Possamai - siamo fanalino di coda per quanto riguarda le tempistiche della burocrazia: l’iter per ottenere il via libera a un impianto rinnovabile dovrebbe essere di un anno, in media ne occorrono addirittura sette. E il processo autorizzativo chiama in causa il livello regionale. Per ridurre i tempi potrebbe essere utile affidare le procedure agli enti locali. Incentivi e sburocratizzazione sono i due fattori fondamentali per favorire investimenti che rendano l’Italia più indipendente dal punto di vista energetico, dando slancio alla nostra economia».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caro energia, l'opposizione preme in Veneto per i contributi al fotovoltaico

VeneziaToday è in caricamento