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Musei civici senza visitatori, tiene Palazzo Ducale

Sambo: «La situazione senza un cambio di indirizzo è destinata a peggiorare». Sindacati: «Meno qualità dei servizi, retribuzioni al ribasso. Il prezzo del biglietto invece è aumentato»

Il calo dei visitatori dei Musei civici veneziani è dimostrato dai dati sugli accessi. Non ha dubbi Monica Sambo, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, che per questo ha presentato un'interrogazione. «Nel primo semestre del 2019, rispetto al corrispondente periodo del 2018, tutti i musei hanno registrato una flessione nel numero degli accessi. Fatta eccezione per il Palazzo Ducale, in cui sono rimasti quasi identici allo scorso anno. La situazione dei musei minori, se non si decide di cambiare indirizzo, è destinata a peggiorare», afferma.

Gli orari 

«Da un lato, con l'appalto sono stati ridotti gli orari di apertura - prosegue Sambo -. Dall'altro c'è stato un aumento del 46% del costo del pass dei musei minori, di fatto dell’unico pass che si rivolgeva a un turista più consapevole. Solo per fare quale esempio: Casa Goldoni perde il 20,31% dei visitatori, Ca’ Rezzonico il 19 e 38%. Non condividiamo questo tipo di gestione. Riteniamo sia sbagliato chiudere prima i musei e speriamo che a fine estate l'amministrazione veneziana corregga il tiro. Inoltre, promuovere Palazzo Ducale non fa altro che congestionare ancora di più la zona, complicando la gestione dei flussi turistici. E poi - conclude - c'è un problema di difesa dei lavoratori (meno ore di apertura vuol dire anche meno lavoro)».

La qualità dei servizi

«Senza voler entrare nel merito dell'offerta culturale della Fondazione Musei Civici di Venezia (che non ci compete), i dati sul calo delle visite si accompagnano a una situazione critica per i dipendenti, le cui condizioni sono peggiorate con il recente cambio d'appalto - afferma la Federazione lavoro privato Usb Venezia -. Il servizio di pulizia, basato ora unicamente sul concetto del risparmio, abbassa la qualità dell'offerta per gli utenti. In questi mesi si sono verificati problemi a cadenza quotidiana: mancanza di addetti, e perfino di materiale. Non va meglio nelle caffetterie, ai bookshoop (cinque lavoratori lasciati a casa), per la guardiania e la vigilanza. I guardasala si sono visti togliere dal primo aprile la pausa pranzo retribuita, in cambio un buono pasto da 3 euro. Ai visitatori è stato imposto invece un cospicuo aumento del prezzo del biglietto. Tutto questo nonostante i numeri e gli incassi dei Musei Civici di Venezia fossero in costante ascesa da molti anni, anche grazie alle professionalità dei lavoratori. Vedendo i numeri di questo primo semestre 2019 viene dunque da chiedersi se peggiorare le condizioni dei lavoratori, e aumentare il prezzo dell'ingresso, siano davvero le ricette giuste per rilanciare l'offerta cilturale e far quadrare i conti».

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