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Sabato, 20 Aprile 2024
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Padiglione Venezia: chiusa l'edizione dei record con 329mila visitatori

Una Biennale unica, che ha profondamente segnato anche gli artisti

Si è chiusa l’edizione dei record del Padiglione Venezia: la mostra Alloro, ai Giardini della Biennale, ha toccato quota 329.021 visitatori. "Tutto muta, nulla muore; tutto scorre, e ogni immagine si forma nel movimento": il concept del Padiglione Venezia di quest’anno è racchiuso in questa frase. L’esposizione doveva essere questo: un viaggio che affronta il cambiamento, la metamorfosi, attraverso la natura e l’arte. E proprio l'arte doveva indagare sulle fasi del cambiamento con il suo linguaggio multiforme e universale.

«Quando abbiamo iniziato a pensare ad Alloro - racconta il curatore, Giovanna Zabotti - ci siamo focalizzati sul fatto di dover “lasciare” qualcosa alle persone. Volevamo mutuare dall’arte un aiuto per questi momenti di grande cambiamento. L’idea era quella di poter scegliere non subirlo. Alloro è nato come un percorso unico, scandito dalle note di Pino Donaggio, nato dalla “riflessione” sulle opere delle Goldschmied & Chiari, sviluppato nella scelta di Dafne, culminato nella sua Metamorfosi e concluso nella Madre Terra e nel quadro di Ottorino De Lucchi. In questi mesi ci siamo resi conto che questo viaggio è stato capito, vissuto in maniera profonda da ogni singolo visitatore e di questo abbiamo avuto testimonianze tangibili e continue attraverso i social».

Una Biennale unica, quindi, che ha profondamente segnato anche gli artisti. «Un pensiero che mi porto a casa da questa esperienza - racconta Paolo Fantin - è che siamo riusciti a creare un simbolo. Il simbolo è qualcosa che non ha tempo ma che parla di noi pur essendo qualcosa di astratto. Dafne è diventata viva e si è espressa per tutti noi, noi ci siamo rivisti in lei, tutti abbiamo sentito il suo urlo silenzioso e la sua metamorfosi. Io ho lavorato con l’effimero in questa installazione, come faccio sempre in teatro, ma in questo caso speciale di Alloro, l’effimero è diventato reale». «È stato un risultato davvero straordinario, il perché di questo io lo attribuirei alla scelta del soggetto “l’alloro” - sottolinea Ottorino De Lucchi -. È un soggetto unico, racchiuso in un’unica parola che tiene in sé un significato positivo, qualcosa di cui si può andar fieri, qualcosa di cui gloriarsi, nello sport, nell’arte, nella vita». I numeri premiano il sistema Venezia. «Questo Padiglione - commenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro - ha dimostrato di saper parlare al mondo, soprattutto ai giovani, complici la collaborazione con l’università di Ca’ Foscari e lo Iuav, i cui studenti hanno accompagnato i visitatori all’interno del percorso e curato gli incontri Fuori Padiglione, e lo straordinario successo della stanza riservata agli Artefici del Nostro Tempo, le cui opere verranno trasferite a Forte Marghera, dove proseguirà la mostra a loro dedicata».

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