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Padiglione Venezia, un percorso di metamorfosi

Lo spazio, che fa parte della Biennale d'Arte, si sviluppa in tre "tappe" caratterizzate dall'interazione tra opere e visitatori. Spazio alle nuove generazioni con l'esposizione delle opere vincitrici del concorso "Artefici del nostro tempo"

Si intitola "Alloro" l’allestimento del Padiglione Venezia per la 59ª Biennale d'Arte di Venezia. La curatrice Giovanna Zabotti lo ha presentato oggi, 4 aprile, sottolineando che tutte le produzioni esposte sono originali e create appositamente per la mostra. I temi sono tre: l’avvicinamento dell’uomo alla natura, la forza della donna e la metamorfosi spiegata dall’arte. «L’alloro è il simbolo per eccellenza della metamorfosi - ha spiegato - nel suo senso di trasformazione di un essere in un altro, e come elemento tipico di racconti mitologici, religiosi, magici». La novità sta nel fatto che il visitatore non vedrà le opere d’arte ma le vivrà, muovendosi nel padiglione ad un ritmo preciso scandito da una musica.

Il padiglione

L’esposizione si apre con il duo di artiste Goldschmied & Chiari, che ha creato una sorta di tempio celebrativo della femminilità. Le due sale sono costruite come un gioco di luci e ombre e rappresentano la soglia di mondi enigmatici tra l’alchimia e la magia, denominati “Portali”. Il centro del percorso, introdotto da una introduzione al tema intitolata “Best Wishes” di Ottorino De Lucchi, è l’istallazione “Lympha”, il mito di Dafne e Apollo reso in chiave moderna dall’artista Paolo Fantin con il gruppo Ophicina e accompagnato dalla musica, intitolata “Gocce di Alloro”, del maestro Pino Donaggio. La mostra si conclude in un piccolo “bosco” di alloro, esterno alla struttura. La terza e ultima sala sarà dedicata all’esposizione delle opere vincitrici del concorso Artefici del nostro tempo, suddiviso in 8 discipline: design del vetro, opere in vetro, fotografia, fumetto e illustrazione, pittura, poesia visiva, video arte, street art.

Giovani protagonisti

Concorso che, secondo i promotori, ha un ruolo importante non solo per il padiglione ma anche per la città: «È un trampolino di lancio soprattutto per giovani artisti - ha spiegato il commissario del padiglione, Maurizio Carlin -. All'iniziativa hanno partecipato 986 opere, di cui 71 provenienti dall’estero: Cina, Argentina, Corea del Sud, Ucraina e Russia. L’opera selezionata per la street art verrà realizzata su un grande muro della città». Concetto ribadito dall'assessore alla Promozione del territorio, Paola Mar: «Venezia diventa sempre più una città per giovani, come dimostra la grande adesione al concorso: un investimento concreto nelle nuove generazioni e nelle loro capacità».

Metamorfosi

Del padiglione, Mar ha apprezzato in particolare «il coraggio del padiglione di trasportare i visitatori in una dimensione di disorientamento», in un periodo in cui il mondo è di fronte a scenari complicati e nel corso del quale le persone chiedono certezze. «La risposta al disorientamento - dice - non si può che cercare nel cambiamento, attraverso nuove visioni che ci spingono a dare nuove risposte per andare oltre la crisi interiore e quindi verso una rinascita».

Un messaggio arriva anche dal sindaco Luigi Brugnaro: «La mostra di quest’anno in qualche modo ricalca la città stessa di Venezia: le sue finestre come portali tra passato e futuro e la possibilità di muoversi all’interno di essa come un’esperienza di perenne mutamento e rinascita personale. L’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, il rapporto tra individui e ciò che ci circonda è diventato di fondamentale importanza: anche in questo il padiglione rispecchia la città nel suo essere luogo di innovazione e d’avanguardia culturale e tecnologica».

Il Padiglione, aperto al pubblico dal 23 aprile al 27 novembre 2022, sarà accessibile a numero contingentato, su turni di una decina di minuti circa. I visitatori saranno accolti dagli studenti di Ca' Foscari e Iuav.

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