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Perché don Flavio sparì da Spinea nel 2016? La diocesi: "Si trova in cura per ludopatia"

Una nota della diocesi di Treviso fa chiarezza su una vicenda che aveva assunto proporzioni nazionali: "Si è sempre tenuto in contatto con i suoi superiori e lo sostiene la preghiera"

Le voci erano girate incontrollate sul motivo per cui don Flavio Gobbo, parroco di San Vito e Modesto a Spinea, era sparito nel nulla. Di più, era sparito lasciando un buco nelle casse ecclesiastiche di diverse decine di migliaia di euro. Una somma che si aggirerebbe sui 600mila euro. A mettere un punto fermo sulla vicenda scoppiata nel 2016 è ora la Diocesi di Treviso, che ufficializza il motivo per cui il prelato non abbia più detto messa: è in cura per curare una forma di ludopatia. Anche se al tempo la stessa Diocesi parlò di un semplice "periodo di riposo per stanchezza". Non era così. Tanto che mercoledì si è concluso il processo nei suoi confronti con un patteggiamento di 2 anni e la promessa di restituire a rate una parte della somma mancante.

"In cura per ludopatia"

"Don Flavio Gobbo, in questo periodo di sospensione del ministero, concordato con il vescovo, è sempre rimasto in contatto con i suoi superiori e con i suoi confratelli sacerdoti - dichiara in una nota la Diocesi della Marca, competente per territorio sulla parrocchia di Spinea - non lo hanno mai abbandonato, offrendogli l’aiuto e il sostegno necessario. Egli ha accettato sin da subito di sottoporsi ad un impegnativo programma terapeutico riabilitativo in un centro specializzato per curare una forma patologica di disturbo da gioco d’azzardo, una dipendenza che, si è visto, può coinvolgere chiunque". 

Caso di eco nazionale

Al tempo il caso divenne subito di eco nazionale. Si parlò di perpetue sparite con i soldi e si continuò a scavare in parrocchia per individuare il motivo dell'ammanco: "Questa patologia è molto più diffusa di quanto si possa pensare o si voglia riconoscere - sottolinea la diocesi - Una volta riconosciuta, essa necessita di un aiuto specialistico e di un contesto umano e comunitario di supporto. Infatti, è tipico di questi disturbi negare o minimizzare il problema e illudersi di uscirne da soli".

"Non ha mai smesso di riconoscersi nella chiesa"

Come evidentemente era successo nel paese spinetense, ma la speranza della diocesi è che don Flavio Gobbo possa tornare sulla retta via: "In questo lungo e faticoso percorso è stato sostenuto principalmente dalla preghiera ma anche dalla volontà di tornare presto a svolgere il suo ministero - si conclude nella nota - nel quale non ha mai smesso di riconoscersi".

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