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Lunedì, 25 Settembre 2023
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La Corte costituzionale raddoppia le pensioni per gli invalidi civili totali: in Veneto aumenti per 9mila persone

La novità riguarda maggiorenni di età inferiore ai 60 anni e inabili al lavoro. Il provvedimento non è retroattivo e prevede limiti di reddito.

È possibile vivere con una pensione inferiore ai 300 euro al mese? La domanda ha naturalmente una venatura retorica e la risposta è scontata: no, non è possibile. Eppure, c’è un esercito di persone di età compresa fra i 18 e i 59 anni che non è in grado di lavorare e che per questo riceve dallo Stato un assegno di 285,66 euro mensili. C’è però una buona notizia contenuta in una sentenza della Corte costituzionale pubblicata nei giorni scorsi.

La Consulta dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art.38 della Legge 448/2001 nella parte in cui dispone che gli incrementi siano concessi solo ai soggetti di età pari o superiore a 60 anni.  Ritiene l’assegno in questione «manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i mezzi necessari per vivere» e perciò «viola il diritto riconosciuto dalla Costituzione, secondo cui ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale». Grazie a questa sentenza, che non è ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, in Veneto circa 9 mila invalidi totali di età compresa fra i 18 e i 59 anni potranno ottenere il cosiddetto “incremento al milione” (termine riferito ancora alle lire), quindi vedranno la loro pensione crescere da 285,66 a 516 euro.  Per gli altri 3 mila invalidi totali veneti che hanno compiuto i 60 anni, l’aumento è già riconosciuto dal 2001, quindi per loro non cambierà nulla. 

«Questa sentenza è molto importante – commenta la segreteria dello Spi Cgil del Veneto – ed è in linea con le nostre battaglie a favore dei pensionati più poveri e socialmente deboli. A loro viene riconosciuto un importo minimo di 516 euro, per garantire un’esistenza più dignitosa, ed è giusto che anche alle persone inabili al lavoro venga attribuito un identico assegno. Ricordiamo che il provvedimento oltre a riguardare gli invalidi totali maggiorenni di età inferiore ai 60 anni di età, prevede un limite di reddito e non è retroattivo».

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