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Approvato in giunta il piano delle acque: tra gli interventi anche l'idrovora di via Torino

Ora il documento sarà presentato alle Municipalità e poi passerà al Consiglio comunale. Focus sulla messa in sicurezza della parte più popolata di Mestre

Supporterà la pianificazione urbanistica e controllerà il rischio idrogeologico. È stato approvato mercoledì mattina dalla giunta comunale di Venezia il nuovo "piano delle acque", lo strumento di ricognizione e indagine delle reti, di analisi e studio delle criticità, di definizione degli interventi di mitigazione e di approccio alla risoluzione di indirizzi e regolamenti di polizia idraulica.

Individuate 66 criticità

Il piano individua 66 criticità nelle varie Municipalità di terraferma, che interessano la rete di bonifica, quella privata, la fognatura o la combinazione dei 3 fattori. Per ciascun problema è stata proposta almeno una possibilità di soluzione, e gli studi di fattibilità tecnico economica (oltre che quelli di progettazione) che verranno sviluppati, individueranno la soluzione migliore dal punto di vista del rapporto costi-benefici. «Il piano delle acque - ha spiegato l'assessore all'Ambiente e all'urbanistica Massimiliano De Martin - consente una nuova programmazione, oltre a garantire un miglior livello di controllo del rischio idrogeologico. Viene indicato per esempio dove le acque saranno deviate o trattate per poi essere immesse in ambito naturale, con un'influenza positiva sull'ambiente». Tra i vari interventi che il documento ha censito c'è la nuova idrovora di via Torino a Mestre, che sarà appaltata attraverso fondi inseriti nel 'Patto per Venezia'. Il bando di gara per la sua realizzazione sarà pubblicato a giorni. Si tratta di un'opera da 8 milioni di euro che consentirà la messa in sicurezza della parte centrale e più densamente popolata di Mestre.

L'idrovora di via Torino

Il piano è il frutto di un lavoro di 3 anni, che scatta una fotografia del territorio concentrando l'attenzione anche sul dimensionamento e la manutenzione dei canali e dei fossi. Realizzato a partire dal 2016, il suo aggiornamento è il risultato di un lavoro dettagliato, nato dalla collaborazione di un team composto da più realtà: «Sono stati aperti tutti i pozzetti lungo le strade per verificare le condizioni della rete mista, si è arrivati a una mappa complessiva della rete meteorica e alla carta dettagliata dei sottobacini idraulici - ha spiegato il direttore generale del consorzio Acque Risorgive Carlo Bendoricchio - Veritas ha calcolato l'eventuale effetto della portata delle piogge su canali e tubazioni, mentre il team ha messo a punto un modello di previsione di possibili allagamenti o aree considerate a rischio».

«Bisogna immaginare una "buffer zone" più ampia»

«La realtà – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro - è che ho preso a cuore sin dal mio insediamento il tema della gestione delle acque, ma dobbiamo immaginare una 'buffer zone' molto più ampia rispetto alla terraferma e alla laguna, che vada dalla montagna fino al mare. Solo così possiamo parlare di salvaguardia di Venezia. Lavoriamo da tempo in silenzio con la Regione su questo. La nostra attenzione si dimostra con i fatti, come per esempio l'idrovora da 8 milioni di euro che andrà a gara. Con quest'ultima non si prendono voti, ciò nonostante l'abbiamo inserita tra le opere finanziate nel Patto per Venezia».

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