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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'opposizione presenta il piano di ripresa e resilienza a metà aprile

Ieri Terra e Acqua ha illustrato due suoi contributi in videoconferenza per il recupero di spazi pubblici inutilizzati e per il sostegno alle attività di Murano

La parte veneziana del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con l'utilizzo dei fondi della Next Generation Ue, per i gruppi di opposizione è quasi pronta e verrà presentata in una conferenza pubblica a metà aprile. Oltre agli obiettivi condivisi, riferiti alle 6 missioni del Recovery plan (digitalizzazione, rivoluzione verde, sviluppo delle infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione sociale e salute), il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Terra e Acqua, Tutta la città insieme, Venezia è Tua e Verde Progressista porteranno in dote i progetti che stanno sviluppando.

Residenzialità, lavoro e compatibilità ambientale sono i cardini condivisi. Terra e acqua ieri ha presentato due lavori in una videoconferenza introdotta dal presidente dell'Ateneo Veneto Gianpaolo Scarante e moderata dal consigliere comunale Marco Gasparinetti. «Il sondaggio di Booking.com su un campione di 29 mila persone ha evidenziato che nel dopo Covid la gente pensa a un turismo consapevole e rispettoso». Una visione, dice Scarante, utile a pianificare interventi anche su Venezia. Dal recupero di un turismo di qualità, alla realizzazione di un porto d'altura per una crocieristica rispettosa, fino alla ristrutturazione di 4000 case del Comune, ha detto Pier Paolo Baretta del Pd, per la residenza.

I relatori di Terra e Acqua, Roberto Ferrari e Marco Zito, vedono nel recupero di spazi inutilizzati come ex scuole, uffici, caserme un'occasione di rilancio delle attività e occasioni di occupazione per neolaureati veneziani che spesso migrano altrove per praticare le specialità acquisite (per Cgil Venezia ha perso 6000 posizioni lavorative nel 2020). Così a Murano, ad esempio, Sacca Serenella che è un'area di 100 mila metri quadri dove 54 delle 66 aziende possono migrare per condividere risorse, mezzi e logistica. Il costo per farlo è di 66 milioni di euro. Producendo energia da teleriscaldamento possono anche autofinanziarsi e fornire una fonte di riscaldamento a prezzi contenuti. Nel pro-working di Ferrari, start up e microimprese approfittano di sedi come l'ex Telecom center di San Salvador, già cablata e completa ma vuota, per coltivare l'innovazione a costi accettabili.

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