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Piscine, una serrata per protesta. Discoteche: lettera per posticipare le tasse, ma si torna a ballare

Gli impianti natatori chiusi per protesta domenica. Le sale da ballo dall'11 attive ma le imposte pesano

Si preparano a una serrata di protesta domenica 6 febbraio le piscine della Polisportiva Terraglio, del Nuoto Venezia e di Assonuoto. L'iniziativa verrà presentata giovedì 3 febbraio, alle 11.30, nella sede della Polisportiva Terraglio di Mestre, quando verranno spiegati i motivi della mobilitazione promossa in contemporanea su tutto il territorio dalle principali sigle (Agisi, Assonuoto, Insieme si Vince, Piscine del Piemonte, Piscine Emilia Romagna e Sigis), riunite nel Coordinamento associazioni gestori impianti natatori, con il sostegno di Forum Piscine.

Dieci mesi di chiusura su 23 di pandemia, protocolli estremamente restrittivi, da sempre applicati con grande senso di responsabilità, spiegano le associazioni, ma l’utenza si è mediamente ridotta del 60% e i fatturati appaiono più che dimezzati a fronte di ristori assommabili a circa il 5% delle perdite registrate. Questo lo scenario drammatico presentato, che sta pesantemente impattando sul comparto, cui si aggiunge, in una sorta di tempesta perfetta, lo spropositato aumento delle spese energetiche. «L’appello rivolto a governo ed enti territoriali per una valutazione urgente della situazione, con proposte di misure concrete già presentate, non ha finora avuto esito - commentano - se non in alcuni casi in cui le amministrazioni cittadine, quella di Venezia in primis, hanno messo in campo iniziative a sostegno delle gestioni degli impianti pubblici, comprendendo la portata sociale di un potenziale default del settore». Giovedì si parlerà di questo assieme a tutto il mondo dello sport, il Coni regionale, il Cip regionale, la Fin regionale, il Coni veneziano, il Cip di Venezia e, a conferma dell’alleanza virtuosa sul territorio cittadino, al vicesindaco del Comune di Venezia Andrea Tomaello.

Discoteche e sale da ballo, la ripartenza 

Si mobilita anche il settore delle discoteche e sale da ballo, anche se manca poco al ritorno in pista. Il governo ha deciso che dall'11 febbraio ripartono le attività dei locali, finora rimasti aperti come esercizi pubblici con il posto a sedere. Ma c'è l'altolà dei gestori sulle tasse. Il Silb di Confcommercio Metropolitana di Venezia ha inviato una lettera ai 44 sindaci dei comuni della Città metropolitana chiedendo lo slittamento della prossima scadenza dell’imposta sulla pubblicità e la sospensione della riscossione dei tributi di competenza dell’ente locale.

«La perdurante chiusura, ormai esclusiva, delle imprese che esercitano l’attività di locali da ballo e discoteche, sta determinando l’estinzione di un intero comparto che tanta parte ha avuto, e ancora potrebbe avere, nell’offerta di servizi alla filiera turistica e all’attrattività di alcuni Comuni del territorio metropolitano e del rodigino», si legge nella missiva. Titolari e gestori delle attività ricordano che «anche la tardiva individuazione di misure di supporto previste dall’ultimo decreto legge, pur indispensabile, è destinata a vedere sterilizzata la propria efficacia perché coinciderà con le scadenza tributarie e fiscali, di canoni di locazione e di fatture per l’impiego delle utility energetiche, i cui importi saranno ben superiori ai ristori proposti, a fronte di un fatturato nullo».

Siamo consapevoli – dichiara il presidente Franco Polato – dello sforzo che le amministrazioni comunali hanno compiuto in questi due anni per preservare e tutelare imprese e occupazione, con un’incisiva e costante azione sul governo, e ne riconosciamo i risultati, chiediamo tuttavia un ulteriore sforzo per questo comparto, che continua a soffrire i vincoli più pesanti per la propria continuità: la chiusura totale a tempo non ancora definito».

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