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La Cgil chiede alla Regione di aprire agli stati generali della sanità

Presidi fino al 4 aprile negli ospedali e distretti del Veneziano per sensibilizzare alle richieste. «Qualità dei servizi, investimenti, personale e la specificità per Venezia». Il sindacato ribadisce: «No alla casa della comunità al Civile»

«Servono gli stati generali della salute per immaginare un nuovo piano sociosanitario e sociale. I servizi sul nostro territorio sono sempre più in difficoltà, serve una sanità pubblica di prossimità (nell’ospedale e nel territorio) per donne, uomini, giovani, pensionati che garantisca il diritto alle prestazioni e un servizio di qualità, con il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori». La Cgil veneziana è pronta a mobilitarsi con presidi in tutte le sedi ospedaliere del territorio, dichiarano Daniele Giordano Cgil, Daniele Tronco Spi Cgil e Marco Busato Fp Cgil. «È indispensabile rimettere al centro la qualità dell’assistenza e la presa in carico delle persone».

Per questo è stata calendarizzata una serie di mobilitazioni: il 23 marzo davanti al Giustinian dalle 7.30 alle 9.30, il 25 a Dolo davanti all’ospedale dalle 12 alle 15, il 29 a Mestre all’Angelo, dalle 12 alle 15, al Civile di Venezia il 30 marzo dalle 12 alle 15, a Mirano il 31, davanti all’ospedale dalle 12 alle 15, a Noale il primo aprile dalle 12, e a Chioggia il 4 aprile davanti all’ospedale dalle 12 alle 15. «Le prestazioni arretrate sono un tema molto importante che riguarda la salute dei cittadini e colpisce in particolare i pensionati che sono la parte della popolazione che più di tutti ha pagato l’emergenza sanitaria e che rischia di avere le ricadute peggiori per l’impossibilità di rispondere ai bisogni di salute in tempi adeguati - commentano i sindacalisti Cgil, Giordano, Tronco e Busato - Riteniamo indispensabili le schede ospedaliere nel territorio Ulss 3 e il potenziamento dei servizi domiciliari con adeguamenti di personale».

 Tra le richieste, quella di un dipartimento di prevenzione per la vigilanza del tessuto produttivo per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la promozione della prevenzione nel territorio, la condivisione dei progetti del Pnrr, che prevedono un potenziamento della sanità territoriale, ritornare alla programmazione prevista dalle schede ospedaliere e territoriali (superando l’ospedale Covid); l'apertura del pronto soccorso a Dolo dopo più di 10 anni e la riapertura del Punto nascite. «Nessun trasferimento di laboratori e servizi verso Mestre, attivazione dei 40 posti di ospedale di Comunità previsti e 45 posti letto di riabilitazione sia a Dolo che a Mirano - continuano le sigle Cgil - Garantire tempi certi per la realizzazione della nuova sede distrettuale di Mira».

«A Mestre l'ospedale risulta sottodimensionato, serve una verifica degli investimenti da fare e un'accelerazione sul distretto che non può essere in via Cappuccina - e poi, concludono - a Venezia va riconosciuta la specificità con finanziamenti e risorse adeguate, dando risorse per incentivare chi lavora a Venezia». Il sindacato si unisce al presidio della scorsa settimana, quando il Movimento per la sanità pubblica, alcuni cittadini e i consiglieri Sara Visman (M5S) e Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!) hanno chiesto che la casa della Comunità sia organizzata fuori dal presidio ospedaliero (Santi Giovanni e Paolo, dove è stato deciso di realizzarla). La situazione, in termini di carenza del personale, resta «drammatica». Servono assunzioni, la sostituzione dei pensionamenti, delle sospensioni, delle gravidanze, delle malattie lunghe e modelli di turno che riducano il peso del lavoro e garantiscano i riposi dovuti: un deciso cambio di passo. La Regione apra gli stati generali della salute in tutto il territorio».

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