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Attualità Campo di Ghetto Nuovo

Il progetto del nuovo Museo Ebraico di Venezia

Ampliamento dell'intero compendio. Restauro da 9 milioni. Il fundraiser: «Grazie all'amministrazione abbiamo acquisito nuovi spazi». Brugnaro: «Messaggio di fratellanza e solidarietà»

Nulla osta dalla soprintendenza di Venezia: presentato oggi, martedì 7 luglio, dalla comunità ebraica veneziana il progetto di ampliamento del Museo Ebraico di Venezia. Il piano, adottato dalla giunta comunale nei giorni scorsi con una variante al piano degli interventi, andrà all'esame del Consiglio comunale. L'espansione, in campo del Ghetto Nuovo, coinvolgerà non solo gli spazi del museo ma anche le tre storiche sinagoghe (italiana, tedesca e cantòn) che saranno oggetto di restauro e riconquisteranno la loro centralità nel percorso di visita. Il tutto potenziando i servizi ai visitatori. 

Il progetto

Un restauro strutturale da oltre 9 milioni di euro: statica degli edifici, delle pavimentazioni, installazione dell'aria condizionata, potenziamento del riscaldamento, ristrutturazione legni e intonaci. Il museo sarà completamente accessibile ai disabili tramite due ascensori. «Grazie all'amministrazione comunale abbiamo potuto acquisire nuovi spazi che ci permetteranno di spostare caffetteria e biblioteca al piano terra, recuperando spazio per eventi e incontri», ha detto David Landau, responsabile del progetto e fundraiser. All'incontro il sindaco Luigi Brugnaro, Ronald Lauder presidente del World Jewish Congress, Paolo Gnignati, presidente della comunità ebraica di Venezia, Marcella Ansaldi, direttrice del Museo ebraico di Venezia. 

Gli immobili

Il sindaco ha ringraziato Lauder, in teleconferenza, invitandolo a Venezia. «Per noi è un onore aiutare un museo che si sviluppa e si consolida avendo alle sue spalle un'intera comunità. Un esempio di sussidiarietà, dono per le generazioni future e un messaggio di fratellanza e solidarietà». Allo stato il complesso del Museo ebraico è costituito da undici unità immobiliari situate in otto unità edilizie: il progetto prevede di integrare nel sistema altre cinque unità immobiliari, sempre di proprietà della comunità ebraica, che ricadono comunque nel complesso ma che fino a questo momento non sono inserite nel percorso museale. Anche la sinagoga italiana potrà essere inserita nel nuovo itinerario, che promette di essere sicuro, attraverso adeguate vie di esodo. Uno sviluppo che permette come un tempo ai fedeli di accedere ai luoghi di culto senza dover tornare di nuovo nel campo, come accade ora.

Tre anni

La zona dell'archivio e della biblioteca diventeranno di libero accesso per gli studiosi, potendo contare su spazi supplementari dove verranno organizzati anche eventi e incontri. L'organizzazione del piano terra verrà modificata per garantire inoltre il controllo di umidità e temperatura necessario alla conservazione dei volumi storici della comunità. L'obiettivo è recuperare l'antico rapporto del compendio con il campo, e di conseguenza, con la città. I lavori inizieranno dopo le festività ebraiche, quindi a fine ottobre, e dureranno tre anni. Durante questo periodo il museo sarà comunque visitabile. 

Le tre sinagoghe

Un progetto internazionale, sostenuto da investitori statunitensi ed europei: «un sogno che si realizza - ha commentato Lauder, collegato dagli Stati Uniti - Ho sempre desiderato che questo ampliamento coinvolgesse le tre sinagoghe, di una bellezza e importanza uniche al mondo, e sono soddisfatto dell'approvazione della giunta. Con il nuovo museo le persone vedranno tornare a vivere questi luoghi di culto con il canto e il sorriso dei bambini. Vedranno una comunità viva». Al termine dei lavori saranno disponibili anche gli oltre 4 mila libri storici (cui si aggiungono i manoscritti) in possesso della comunità ebraica. «La parola chiave sarà apertura verso l'esterno; il museo si aprirà simbolicamente agli affacci del campo e alla città», ha dichiarato Ansaldi. «Il Ghetto è un luogo importante dal punto di vista artistico. La riqualificazione del museo guarda al turismo internazionale ma anche alla città e ai suoi residenti», ha detto Gnignati.

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