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Sabato, 20 Aprile 2024
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Martellago, la Pro Loco propone di intitolare una via ad Elisa Frandin Combi

Fu tra le cantanti liriche più importanti nella seconda metà dell'Ottocento. L'intitolazione, dice la Pro Loco, sarebbe il giusto tributo ad una «donna antesignana dell’emancipazione femminile»

Una via intitolata ad Elisa Frandin, la straordinaria cantante lirica che sposò Carlo Combi, vivendo per un periodo della sua breve vita nella villa di Martellago. La proposta è stata lanciata dal presidente della Pro Loco, Armando Favaretto, al termine della serata che, venerdì scorso, ha riunito nel parco della barchessa dello storico complesso, messa a disposizione dalla famiglia Combi, oltre duecento persone in occasione della rassegna “Sotto le stelle… a parlare di Veneto”.

Queste le parole di Favaretto: «Grazie alla ricerca storica condotta da Nicola Maguolo, e all’interpretazione dell’attrice Chiarastella Serravalle che ha ridato vita sul palco alla diva Elisa Frandin, abbiamo compreso la straordinarietà di una donna antesignana dell’emancipazione femminile, finita nell’oblio troppo presto, anche a causa di un tragico destino. Intitolarle una via sarebbe un giusto tributo alla sua carriera e un modo per affidarla alla memoria collettiva». La proposta è stata subito raccolta dal presidente del Consiglio comunale, presente alla serata, Dino Mellinato: «Raccolgo l’appello e me ne faccio interprete presso l’amministrazione comunale perché al più presto si possa individuare una strada all’interno delle future lottizzazioni previste a Martellago. Sono certo che la proposta verrà accolta».

Elisabetta Frandin, nata ad Helsinki nel 1859, divenne una tra le cantanti liriche più importanti dell’epoca, cantando in tutti i teatri più importanti d’Europa. Fu alla Fenice, il teatro a cui era particolarmente affezionata, che conobbe il giornalista Carlo Combi che divenne nel 1897 suo marito; insieme fecero un figlio, Mario (padre di Pierfrancesco, l’attuale proprietario della villa di Martellago). La cantante morì all’età di 51 anni a Milano, anche a seguito del trauma subito nel 1893, quando fu vittima di un incidente ferroviario che la costrinse in seguito ad abbandonare le scene, dando vita ad una scuola di canto.

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