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L'Anpi contro la mozione Fratelli d'Italia: «Limita la libertà della ricerca storica»

Il provvedimento approvato in Consiglio regionale mira a sospendere i contributi alle associazioni «che si macchiano di riduzionismo e negazionismo nei confronti del dramma delle Foibe»

Il 23 febbraio scorso, dopo le celebrazioni del giorno del Ricordo, è stata approvata in Consiglio regionale del Veneto della mozione di Fratelli d'Italia, (a prima firma del capogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon), per sospendere i contributi alle associazioni «che si macchiano di riduzionismo e negazionismo nei confronti del dramma delle Foibe dell’esodo fiumano e dalmata». Lunedì primo marzo l'Anpi (Associazione nazionale partigiani) di Mestre, congiunta a quella di Venezia, hanno presidiato l'area ai piedi del ponte della Costituzione a piazzale Roma, dalle 17 alle 19, per contestare il provvedimento.

«Limita la libertà della ricerca storica», sostengono le associazioni partigiane. «Una decisione che è un attacco alle attività dell’Anpi, pienamente legittimate dal protocollo d’intesa Anpi - Miur (ministero dell'Università e della Ricerca), e alla libertà del dibattito scientifico. Una presa di posizione con cui la politica si arroga il diritto di stabilire i limiti della ricerca storica e la diffusione dei suoi risultati. Il tutto in spregio agli appelli della comunità di studiosi e contro la Costituzione italiana», scrivono il presidente Anpi Mestre, Maria Cristina Paoletti, e il presidente Anpi Venezia, Gianluigi Placella. «Nella mozione si parla di “presunti storici” e si accusa il “Vademecum del Giorno del Ricordo” a cura dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza. Ci rivolgiamo alle forze politiche e sociali democratiche, al mondo della cultura e della ricerca, affinché si alzi una voce comune di condanna», afferma il coordinamento regionale Anpi Veneto.

Alla manifestazione hanno aderito l'associazione Giuristi Democratici E.Battain di Venezia, SenonOraQuando Venezia; Non Una di Meno Venezia, Unione degli universitari Venezia, Rete studenti Medi, il Coordinamento studenti Medi Venezia, Sardine di Venezia, Sardine del Veneto orientale, il Comitato Bandiera Italiana 17 marzo, la Fondazione Rinascita 2007, il centro sociale Morion, Uaar Circolo di Venezia, il Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana, Spi Cgil metropolitano, la Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia Cgil, il Partito Democratico, Articolo Uno; Tutta la Città Insieme, Venezia Verde Progressista, il Partito Comunista Italiano, il Partito Rifondazione Comunista e Potere al Popolo.

«Il voto contrario espresso dai banchi dell’opposizione - aveva commentato Speranzon dopo il voto in Consiglio - è la dimostrazione che in Regione siede un’opposizione che ancora oggi non sa fare i conti con la propria storia, omettendo di riconoscere le gravissime responsabilità anche di italiani che hanno discriminato i profughi giuliano dalmati e insabbiato il dramma vissuto da nostri connazionali. Ancora oggi si presentano iniziative inaccettabili con le quali si offende la memoria di Norma Cossetto, e in generale delle vittime giuliano dalmate». 

Nella mozione: «È doveroso ricordare gli italiani uccisi nelle foibe e far conoscere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, quali e quanti massacri sono stati compiuti sul confine orientale. È dovere delle istituzioni, per il tramite di iniziative appropriate, farsi promotrici di un’azione di riscoperta e divulgazione della memoria della vicenda storica della persecuzione, dell’esodo e dell'uccisione degli italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia; sospendere ogni tipo di contributo finanziario e di qualsiasi altra natura (patrocinio, concessione di sale ecc.) a beneficio di pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo o in qualunque modo a diffondere azioni volte a macchiarsi di riduzionismo, giustificazionismo o di negazionismo nei confronti delle vicende drammatiche quali le Foibe e l’esodo; condannare senza indugi ogni forma di propaganda, negazionismo o riduzionismo nei confronti dei crimini contro l’umanità da parte di totalitarismi di ieri e di oggi di qualsiasi coloritura politica».

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