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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Cannaregio / Campo Santa Fosca

Quarantennio di Casa Santa Fosca, festeggiamenti e riflessioni sugli universitari a Venezia

Ospita circa 110 ragazzi e ragazze in spazi comuni autogestiti e ha accolto fin qui più di 1200 studenti. Sabato il convegno alla Scuola Grande di San Teodoro a Rialto sulla residenzialità degli studenti in laguna

Universitari? Non un peso ma una risorsa irrinunciabile per Venezia. A 40 anni dalla fondazione della Casa studentesca Santa Fosca che ospita stabilmente circa 110 universitari, ragazzi e ragazze, in spazi comuni autogestiti, e che ha accolto fin qui più di 1200 studenti, alla Scuola Grande di San Teodoro a Rialto, relatori e studenti universitari si sono ritrovati per approfondire la riflessione sulla residenzialità universitaria, il rapporto tra universitari e città e le prospettive di crescita di un giovane dal punto di vista della persona, del futuro professionista e cittadino.

Casa Santa Fosca è nata nel 1982, quando il patriarca di Venezia Marco Cè ha chiesto alle suore della Riparazione di utilizzare parte degli spazi dell’Istituto Canal-Marovich, nato sui resti della ex chiesa di Santa Maria dei Servi, distrutta da Napoleone, per ospitare gli studenti universitari della città. Oggi esperti e operatori del settore dell’accoglienza universitaria concordano che il “modello Santa Fosca” è vincente, e trasforma la presenza degli universitari dentro una città da problema a risorsa. Al convegno di sabato a San Teodoro, Don Luca Peyron, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha detto: «Per crescere, soprattutto in questo tempo, è necessario fare un passo in più per accompagnare i giovani a diventare adulti. La direzione è data dalla stessa città di Venezia, situata tra cielo e mare, con la sua storia e soprattutto con le sue storie. Da quarant’anni – ha continuato – la Casa studentesca Santa Fosca, un pensionato sui generis aperto e innovativo, si propone dentro la città di Venezia come un punto di riferimento pieno, aiutando i giovani a raccontarsi e a scoprirsi in questo tempo, arrivando a concepire di essere loro stessi i padroni del futuro. Attraverso questa esperienza di formazione unica, riescono poi a restituire a Venezia quanto ricevono da questa città altrettanto unica».

L’importanza della presenza degli studenti universitari dentro la città lagunare è stata ribadita ieri, al convegno: «Gli universitari presenti in città, quelli di Santa Fosca ma anche coloro che risiedono in altri pensionati o negli appartamenti, costituiscono tutti insieme una risorsa per la città. Ed è proprio grazie a loro che la città prende vita in un contesto dinamico e mutevole, alla ricerca di un sempre maggiore progresso». Il convegno che ha visto come relatori Cristina Pasqualini, docente di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e collaboratore dell’Osservatorio Giovani Istituto G. Toniolo, Emanuele Balduzzi, docente aggiunto di Pedagogia generale dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, Sara Bonesso, professoressa associata di Organizzazione aziendale e Vice direttrice del Competency Centre dell’Università Ca’ Foscari, Laura Fregolent, professore di Tecnica e Pianificazione Urbanistica dell’Università Iuav di Venezia, Giovanni Grandi, professore di Filosofia Morale dell’Università degli Studi di Trieste, Luca Peyron, collaboratore dell'arcidiocesi di Torino, Angelo Giornelli, presidente dell’associazione Collegi e Residenze Universitarie, ha celebrato il quarantennio.

«Santa Fosca è un progetto unico che si sviluppa ogni giorno a partire dai ragazzi che ne sono ospiti, una testimonianza importante della chiesa in una città universitaria come Venezia che offre opportunità e prospettive. Quarant’anni fa la Casa studentesca Santa Fosca – ha sottolineato il fondatore, don Fausto Bonini – nasceva e si inseriva in un contesto in cui altre realtà di ispirazione ecclesiale si dedicavano all’accoglienza degli universitari. Credo sia significativo però evidenziare che mentre le altre realtà sono state nel frattempo chiuse o destinate alla ricezione turistica, Santa Fosca riesce a resistere conservando i pilastri dell’esperienza comunitaria che nacque nel 1982: gestire la Casa preservando un pezzo di storia veneziana. Non è un collegio universitario e neppure un pensionato – sottolinea don Fausto – ma una Casa, il passato culturale di questo luogo continua in modi diversi anche oggi, non si tratta più di frati, ma di giovani universitari che vivono in fraternità e amicizia, camminando insieme nello studio e nella fede come una grande famiglia».

Questo luogo di comunità ha prodotto una comunità sorella, nel cuore di Mestre: è la Casa studentesca San Michele. Il convegno ha rappresentato solo uno dei momenti delle celebrazioni per il 40esimo anniversario di Santa Fosca: nei giorni scorsi, infatti, i festeggiamenti sono partiti grazie ad un pellegrinaggio acqueo di barche a remi da Santa Fosca a San Marco, con, ad aspettare gli studenti universitari, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, che li ha accolti nella Basilica di San Marco per parlare con loro dell’esperienza universitaria. Domenica 8, nella Casa studentesca si riunirà la grande famiglia dei santafoschini per vivere un momento comunitario di gioia e di festa condividendo storie e aneddoti degli anni passati.

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