rotate-mobile
Attualità

Quattro racconti letterari per descrivere Venezia, la laguna e la delicata armonia tra città e natura

Alice Zanon racconta il capoluogo veneto in "Racconti della Laguna – Un anno a Venezia", una raccolta di frammenti letterari narrati attraverso un punto di vista inedito. Il libro, di cui è possibile leggere un estratto qui, è in vendita su Amazon.

Quattro frammenti letterari per raccontare Venezia e la sua laguna attraverso un punto di vista insolito: quello dei suoi abitanti più leggiadri, e allo stesso tempo più intrepidi, che animano la città lagunare in punta di zampe. Una per ogni stagione, le novelle rivolte ai lettori di ogni età sono raccolte in Racconti della Laguna – Un anno a Venezia, opera letteraria di Alice Zanon in vendita su Amazon in formato cartaceo o Kindle. 

Gabbiani, anatre, garzette e pettirossi osservano gli eventi con uno sguardo fresco e originale, attraverso paesaggi lagunari mozzafiato, isole disabitate, campi vivaci e canali silenziosi: «Si dice che Venezia sia morta, spopolata. Venezia soffoca, senza respiro, eppure brulica di vita: piccoli e grandi animali, infatti, vivono la città, si fanno largo tra i cambiamenti, le costruzioni e le distruzioni della vita moderna» spiega Alice.

Un anno a Venezia per riscoprire e salvaguardare la delicata armonia tra città e natura, per ritrovare una vita fatta di gesti semplici e immutati nel tempo, di persone e animali che amano la città e la laguna e ci convivono, in equilibrio, a pelo d’acqua. 

Estratto dal racconto "Estate"

Sulla riva della spiaggia le bandiere con il gonfalone di San Marco ondeggiano pigre nella leggera brezza che arriva dalla bocca di porto di Punta Sabbioni. Il caldo afoso vela Venezia di una foschia bianca. 

L’odore di salsedine e di barena si mescola ai fumi delle griglie e al profumo dolciastro delle angurie. Centinaia di barche e di barchini affollano la spiaggetta del Bacan, ai limiti meridionali dell’Isola di Sant’Erasmo. L’isola è molto grande e molto abitata, a guardarla bene sembra il sunto perfetto tra la campagna ed il mare, tra la vita in laguna e la vita in terraferma. Ci sono campi coltivati, fattorie, canali e zone di pesca. Pontili per le barche e strade per le auto. A completare il quadro la piccola spiaggia dai fondali bassi, meta favorita di tutti i possessori di barca che qui corrono a rinfrescarsi con i primi caldi, a raccogliere vongole e a far giocare i bambini. 

Lucietta sa che a quell’ora la confusione è tanta e si tiene lontana, prediligendo la vicina isola delle Vignole o il Forte di Sant’Andrea, dove nel pomeriggio si ripara all’ombra delle alte rive, tra i fitti cespugli e i rovi di more. 

Solo verso sera si avvicina a Sant’Erasmo. Quando l’acqua si fa rosa e il sole comincia a calare, piano piano gli umani raccolgono le loro cose e risalgono sulle barche e, a poco a poco, lasciano la spiaggia. Si portano via la musica, le grida dei bambini, l’odore di cibo e di combustibile, lasciando spazio al rumore sommesso delle onde e ai profumi della barena. 

Lucietta arriva a quest’ora, immerge le zampe nell’acqua bassa, nel lungo bagnasciuga che caratterizza la spiaggia. Osserva le barche mentre ad una ad una levano l’ancora e partono per tornare a casa, mentre la quiete torna a invadere quest’oasi naturale. Il sole colora di rosa e di rosso le onde, il cielo si accende in un tramonto da favola. Lei viene qui tutte le sere, e tutte le sere lo spettacolo è diverso. Si avvicina lenta, man mano che le barche se ne vanno si avventura un po’ più avanti, sulla spiaggia, in mezzo alle conchiglie e ai rami portati dal mare. 

Ogni sera osserva il tramonto, ma la sua attenzione da un po’ di tempo è distratta da qualcos’altro. Da Punta Sabbioni scorge arrivare un’altra garzetta. Si tiene lontano, nell’acqua più alta, e si ferma lì tutte le sere ad osservare il tramonto per un po’. In silenzio, lontani, entrambi osservano lo stesso spettacolo, unici spettatori di un momento magico. Con il tempo Lucietta ha imparato a riconoscerlo prima del suo arrivo, con quel collo a esse come i biscotti di Burano e quell’ala destra un po’ più corta, che lo fa pendere un pochino durante il volo. 

Ogni sera, si avvicinano timidamente un po’ di più l’uno all’altro. Lui con dei piccoli voli lascia l’acqua alta e avanza un po’ alla volta verso la spiaggia, lei lascia la sabbia e si avventura verso le prime onde. 

copertina zanon-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quattro racconti letterari per descrivere Venezia, la laguna e la delicata armonia tra città e natura

VeneziaToday è in caricamento