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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Radiologia in carcere: "Diritto alla salute e dignità delle persone, oltre alla sicurezza"

Inaugurate martedì nuove strumentazioni dell’Ulss 3 all’interno del Santa Maria Maggiore, Coletto: "Buone pratiche dal Veneto, qui l'Onu può venire quando vuole"

"Sconto della pena sì, fino all'ultimo giorno, ma nel rispetto della persona e nella tutela della salute del detenuto": lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, che ha inaugurato martedì mattina, al carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, il polo radiologico del penitenziario.

"Il Veneto è un esempio - ha continuato l'assessore - da quando la sanità penitenziaria è passata dal ministero di Grazia e Giustizia alle Regioni. Qui vengano pure tutti gli ispettori dell’Onu che lo desiderano: troveranno solo una buona partica da insegnare in molte parti d’Europa e del mondo”.

La visita

Nell'inaugurazione delle nuove strumentazioni di radiologia, realizzate dall’Ulss 3 Serenissima, all’interno della parte del penitenziario dedicata all’infermeria e al primo intervento, Coletto era accompagnato dal direttore dell’Ulss, Giuseppe Dal Ben, dal direttore dell’Amministrazione Penitenziaria per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, Enrico Sbriglia, e dalla direttrice dal carcere, Immacolata Mannarella e, nel corso della visita, ha incontrato i sanitari che operano nella struttura e numerose guardie carcerarie.

Inaugurazione polo radiologico al Santa Maria Maggiore

Referti in tempo reale

Le nuove tecnologie installate sono un apparecchio radiologico completo fisso e un ortopantomografo per le radiografie delle arcate dentarie, in aggiunta alla presenza di una moderna apparecchiatura Life Pack, che consente di inviare direttamente all’ospedale di Venezia i referti che vengono letti in tempo reale, e di un kit portatile di primo intervento identico a quelli in dotazione sulle ambulanze del Suem 118. Un nuovo elettrocardiografo è stato di recente acquistato anche per la Casa di Reclusione femminile della Giudecca.

Sicurezza

“Una sanità d’eccellenza come quella veneta – ha aggiunto Coletto – deve occuparsi della salute delle persone a 360 gradi e, come in questo caso, lo fa con molteplici obiettivi, che vanno dalla cura del paziente carcerato a tutta una serie di azioni di prevenzione molto importanti, perché una volta scontata la sua pena, il detenuto torni libero in buona salute”. Le apparecchiatura inaugurate oggi consentiranno di diminuire al minimo i circa 300 trasferimenti l’anno dalla struttura penitenziaria a quelle sanitarie che vengono effettuati a Venezia, portando così un notevole risparmio in termini di sicurezza e utilizzo di mezzi e personale. 
 

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