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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cominciano i saldi: meno sconti eclatanti, ma resta un momento atteso dal 60% dei veneti

Rispetto agli anni scorsi gran parte dei negozi ha meno merce a seguito degli eventi legati alla pandemia

Puntuale torna il periodo di saldi, che quest'anno però saranno diversi. Si comincerà sabato 2 luglio in tutte le regioni, ad eccezione della Sicilia che anticipa a venerdì primo luglio. Ma la vera differenza, rispetto agli anni scorsi, è che gran parte dei negozi hanno meno giacenze a seguito degli eventi legati alla pandemia, meno merce, che potrà corrispondere anche a saldi con percentuali meno eclatanti.

Secondo un sondaggio di Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo su un campione di circa duecento consumatori,  il 60 per cento è in attesa dei saldi estivi per acquistare articoli ai quali sta pensando da tempo. Si tratta in prevalenza di donne e giovanissimi (meno di 24 anni); oltre la metà di coloro che faranno acquisti si recherà presso i negozi di fiducia, ma (soprattutto nella fascia più giovane) in costante aumento il ricorso all’acquisto on line. In crescita, comunque, la presenza sui social da parte dei negozi fisici per presentare il meglio della propria merce e attirare i clienti nel proprio punto vendita.

Prevale una certa cautela in termini di spese previste. Se infatti per il 62 per cento dei consumatori il budget di spesa sarà pari a quello del 2021, per circa un quarto del campione sarà inferiore e solo il 14 per cento prevede di spendere una cifra superiore. La quasi totalità di coloro che hanno acquistato a saldo in passato, giudica positivamente la qualità (91,5 per cento) dei prodotti posti in vendita dai negozi e il 75 per cento dei consumatori è soddisfatto della “varietà” dei prodotti posti in vendita a saldo.

«Rispetto alle giacenze, notiamo che prima la pandemia e poi il conflitto russo-ucraino, hanno ridotto gli ordini e, di conseguenza, anche le rimanenze - spiega Cristina Giussani, presidente Confesercenti Metropolitana Venezia Rovigo -. A questo si aggiungono i costi di gestione, schizzati alle stelle. Da qui la scelta di produrre sul consumato da parte delle industrie col risultato che, nei negozi, si registrano oggi scaffali meno forniti rispetto ai saldi del 2021 e, soprattutto, rispetto a quelli del 2020 che non pativano gli effetti né del Covid né della guerra».

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