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Sanità, Cgil a Zaia: «Stop slogan, serve personale». Sciopero sospeso

«Per la legge di stabilità non sarà più possibile usare le graduatorie e con questo governo il reclutamento del personale verrà centralizzato». Continua lo stato di agitazione dei medici

All'indomani del commento del presidente della Regione Luca Zaia sulla mancanza di programmazione per assumere nella sanità, arriva la replica della Funzione Pubblica Cgil. «La scelta di introdurre quota 100 - dichiara Daniele Giordano segretario Fp Cgil Veneto - seppur auspicabile per far uscire parte del personale, non è in alcun modo accompagnata da una seria politica di assunzioni. La programmazione che richiama Zaia è assente dal disegno di questo governo e addirittura si arriva a modificare la normativa sui concorsi introducendo il vincolo per cui non potranno più essere utilizzate le graduatorie per assumere».

La legge

«Si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Questo vuol dire che se le Ulss o Azienda Zero bandiranno un concorso per un infermiere o per un chirurgo ne potranno assumere uno soltanto, e non potranno poi usare quella graduatoria per sostituzioni di eventuali cessazioni o pensionamenti futuri - scrive Giordano -. Questa maggioranza non lascia alcuno spazio di autonomia vera e anzi, introducendo questa norma, opera una centralizzazione delle assunzioni, obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come coloro che scelgono volontariamente di licenziarsi o di partecipare a un concorso in un’altra azienda sanitaria. Il rischio concreto – prosegue Giordano - è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale, perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi».

Liste d'attesa

«Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi. Cosa farà un ospedale che vede un anestesista andarsene o un oculista? Non potrà certo trattenerlo con la forza e quindi dovrà bandire un nuovo concorso con relativi tempi e costi. Questo produrrà inevitabilmente il rischio di allungare le liste di attesa e probabilmente di favorire il privato. Invece di annunciare futuri provvedimenti sull’autonomia il presidente Zaia difenda senza se e senza ma quella del nostro sistema sanitario, di cui la sua giunta ha già la responsabilità».

Sciopero sospeso

«Apprezziamo le aperture del ministro Giulia Grillo sullo sblocco del tetto di spesa del personale, tramite due emendamenti al decreto semplificazioni, tuttavia manteniamo lo stato di agitazione di tutti i medici, sino alla conversione in legge del decreto - dichiarano il segretario Uil Fpl Michelangelo Librandi e il coordinatore nazionale medici Uil Roberto Bonfili -. Abbiamo ritenuto necessario sospendere lo sciopero del 25 gennaio, ma occorre riaprire la trattativa per il 2016-2018 e rivedere il parametro di spesa per il personale di tutte le aziende del sistema sanitario fissato ancora oggi all’1,4% dal 2004, per effettuare un effettivo sblocco del turn over dei lavoratori, oggi ancor più necessario con le prevedibili uscite con la quota 100.  Occorre un ricambio generazionale, non più rinviabile, selezionando giovani competenti e meritevoli e ridare in questo modo ossigeno al pubblico impiego».

Rinnovo del contratto

Anche il sindacato Cisl sentire la propria voce: «Stiamo parlando – per i medici – di persone con una preparazione di prim’ordine, gli stranieri fanno a gara per assumerli, (vedi notizie giornalistiche di questi giorni) a comprova dell’eccellenza che le nostre scuole mediche – a dispetto delle risicate risorse – ancora offrono - scrive Biagio Papotto, segretario generale Cisl medici - che sperimentano, sviluppano e consolidano tecniche innovative, che si inginocchiano letteralmente accanto ai pazienti adagiati su barelle di fortuna messe a terra, nei corridoi di ospedali fatiscenti, mentre i politici giocano a chi “taglia di più”. Persone che dimenticano il proprio interesse sia quando indossano il camice, sia quando lo tolgono, perché non si smette mai di essere un medico. Neppure quando lo stato (patrigno) si dimentica per 10 anni di rinnovarti un contratto che all’estero potresti serenamente raddoppiare. Senza essere insultato e picchiato mentre cerchi di fare soltanto il tuo lavoro».

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