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Unicredit: sciopero dei dipendenti del Veneziano: «Un'astensione virtuale e solidale»

L'obiettivo, spiegano le sigle sindacali Fabi, First Cisl, Cgil Fisac e Unisin, non è quello di creare disagi ai clienti, ma quello di «far capire alla banca il nostro disagio»

Per loro lo sciopero non sarà una modalità di astensione lavorativa in modo tradizionale. I sindacati dei lavoratori di Unicredit banca lo hanno spiegato venerdì, annunciando l'agitazione dei dipendenti dell'area del Veneziano, il 19, 20 e 22 novembre, in maniera «virtuale e solidale».

Il loro obiettivo, spiegano, non è quello di creare disagi ai clienti, ma quello di trasmettere lo stato di malessere all'istituto di credito. Infatti non interromperanno il servizio ma devolveranno il controvalore economico di alcune ore dell'iniziativa a favore delle popolazioni del Veneto colpite dal maltempo, attraverso il conto corrente aperto dalla Regione in Unicredit banca. «L'attuale situazione - spiegano le sigle Fabi, First Cisl, Cgil Fisac e Unisin, e la Rsa di Venezia - non è più sopportabile. Il clima è deteriorato vista l'incoerenza fra mezzi e processi produttivi, e i risultati richiesti». Centinaia, spiegano, «i lavoratori non sostituiti e perduti, a fronte della chiusura di una decina di filiali nel territorio, che però contavano pochissimi dipendenti, che sono già andati a coprire il fabbisogno, senza essere sufficienti a garantire servizi adeguati e di qualità».

«Chiediamo - concludono - che Unicredit dimostri con fatti concreti attenzione ai propri dipendenti garantendo formazione, organici adeguati, ricambio generazionale, rispetto delle persone, che non possono essere valutate solo per il numero dei prodotti finanziari e assicurativi venduti».

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