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Attualità Castello / Via Giuseppe Garibaldi

Scuola Calvi, prima a rischio. Municipalità: «Via il numero minimo come le comunità montane»

Il presidente Marco Borghi sottoscrive un documento con i consiglieri di maggioranza. Le famiglie raccolgono firme per salvare la classe delle medie statali in via Garibaldi

La richiesta d'aiuto è arrivata dalle famiglie di 10 ragazzi che il prossimo anno non varcheranno il portone della scuola media statale "Pier Fortunato Calvi" di Castello, a causa del numero così esiguo di alunni di prima che non permette la formazione della classe. Mercoledì in Consiglio di Municipalità di Venezia Murano Burano il presidente Marco Borghi ha presentato un documento a sostegno della scuola, sottoscritto dai gruppi di maggioranza: Partito Democratico, Verde Progressista e Venezia è Tua. 

Gli stessi genitori hanno lanciato una raccolta di firme che sta ottenendo partecipazione, si legge nel documento, mettendo in risalto la specificità della scuola, una scuola di quartiere, prima ad esempio, in momento di pandemia, ad aver messo in atto la didattica a distanza. La consigliera Alberta Baldan, del gruppo Pd è convinta che il problema della scuola “Calvi” si combatta con la responsabilità di un territorio che vede nei ragazzi e nei giovani il futuro della società. «La via da seguire per il futuro - ha detto Baldan - è quella di coinvolgere enti locali, istituzioni pubbliche e private, realtà del terzo settore, puntare su una forte alleanza tra scuola e comunità con l’obiettivo di combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica». 

Un patto di comunità potrebbe portare alla realizzazione alla scuola Calvi di un ampliamento dell’orario scolastico con l’introduzione di laboratori artistico-artigianali, di quelle stesse attività che danno lustro alla nostra città, che tutt’ora esistono e che sono trasmissione di valori positivi, conoscenze e capacità che possono diventare patrimonio delle nuove generazioni.  «Non si tratta di salvare solo la scuola, ma un territorio». Per ora le famiglie si vedono costrette a spostare i propri figli in altre scuole lontane da casa: alcune di esse sono raggiungibili con i mezzi pubblici. Tutto ciò genera un aggravio del bilancio e dell’organizzazione familiare, in un periodo che vede già emergere numerose difficoltà a questo riguardo. La “Calvi” è una scuola in sofferenza di iscrizioni da diversi anni.

«È un'importante scuola di quartiere dotata di ampie e luminose aule, con lavagne interattive multimediali, spazi dedicati alle attività di laboratorio, palestra e giardino: caratteristiche preziose in questo momento difficile di pandemia, che richiede il distanziamento fisico come prima misura cautelativa. Una scuola al centro di via Garibaldi, dove i ragazzi durante il percorso possono incontrare le persone del proprio vicinato e crescere ed essere accompagnati dalle persone del territorio.  Si tratta di difendere un presidio: lo spopolamento, la denatalità sono problematiche vitali per Venezia, di cui ci si dovrà occupare per affrontare la questione della residenzialità», spiega la Municipalità. «È necessario abolire il numero minimo di alunni, che oggi consente per regolamento scolastico l’attivazione delle classi, riconoscendo alle stesse scuole insulari una particolare specificità organizzativa simile a quelle delle comunità montane.

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