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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Cannaregio / Campo dei Gesuiti

Sit in per l'Ucraina in campo dei Gesuiti. «La nostra voce assordante continuerà a chiedere pace»

Il liceo Foscarini e le scuola di Venezia insieme alla Rete degli Studenti Medi hanno organizzato un presidio studentesco per chiedere la fine dei conflitti

Il liceo Foscarini e le scuola di Venezia insieme alla Rete degli Studenti Medi hanno organizzato un presidio studentesco per chiedere la fine dei conflitti in Ucraina. Già la settimana scorsa, al termine dell'occupazione del liceo classico europeo Foscarini, gli studenti si sono trovati per lanciare un appello di pace, ma «non possiamo rimanere in silenzio» dicono sabato ai Gesuiti.

«Non possiamo pensare che la nostra mobilitazione si fermi con una singola piazza o l'occupazione: fino a che le cose non cambieranno per il meglio ci sarà la nostra voce assordante a chiedere giustizia e pace - dichiara Anastasia Galli, studentessa del collettivo del Foscarini e rappresentante della Rete degli Studenti Medi di Venezia Mestre - Un sit in come questo, dove le scuole e gli studenti si fanno primi promotori di sensibilizzazione, ha un significato forte. Da studentessa chiedo al mio paese di informarmi, di farmi conoscere il mondo e l'attualità per capire, opporci e lottare affinché queste brutalità non si ripetano mai più. In questi casi credo che l’arma più forte per contrastare i conflitti futuri sia l’istruzione».

«La guerra è sempre un reato», si legge sugli striscioni dei tanti studenti in piazza oggi a Venezia. «Non possiamo concepire una pace raggiunta con le armi e la violenza. L’uso della forza e il ricorso alla guerra sono tassativamente da condannare ed è necessario ora più che mai il cessate il fuoco, ricorrendo alle vie diplomatiche, evitando che milioni di persone rischino la vita a causa della guerra (già migliaia hanno perso la vita, almeno un centinaio i bambini dopo l'invasione russa). Nel nostro piccolo ci siamo attivati con raccolte beni per la popolazione ucraina. A scuola i materiali raccolti sono tantissimi, ci saranno più di 50 confezioni di pannolini per bambini e altrettanti beni per l'igiene personale. Non sappiamo più dove metterli, e forse già questo è un bellissimo  segnale», conclude Anastasia Galli.

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