rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Attualità

Valentina Tamborra racconta "storie ai margini" tra Venezia e la Norvegia nella sua mostra alla Querini Stampalia

Skrei è l'esposizione artistica della reporter, giornalista e fotografa che mostra, in 51 scatti, lo stretto legame tra la città lagunare e il paesaggio norvegese

51 scatti e due anni di lavoro che racchiudono il legame tra due luoghi lontani ma accomunati dalla stessa essenza. Il racconto di un viaggio e di uomini e posti ai margini della società che mette insieme Venezia e la Norvegia. Si intitola Skrai, verbo norvegese che sta per "viaggiare, migrare" ed è la nuova mostra fotografica della reporter, giornalista e fotografa Valentina Tamborra, inaugurata oggi alla Fondazione Querini Stampalia.

Nata a partire da una ricerca fatta tra la Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma e la Biblioteca Marciana di Venezia e, nello specifico, da una  frase trovata su un diario del 1421 di Pietro Querini che diceva "Per esser uomini di mondo bisogna conoscere e apprezzare le altre culture", l'esposizione è il risultato di un viaggio fisico e interiore dell'artista.

«Credo che il mio lavoro nasca sempre da una domanda che continuo a pormi sulla mia identità - commenta Valentina Tamborra - e provo a trovare una risposta osservando l'identità delle altre persone. Per me, nella vita come nel mio lavoro, le connessioni con gli altri sono fondamentali e l'aspetto più importante di questa mia mostra è proprio il fatto che si tratta di un lavoro composto da storie di uomini comuni»

Skrei, mostra fotografica di Valentina Tamborra

 

A caratterizzare la mostra fotografica, aperta al pubblico dal 2 al 31 ottobre e curata da Robertoo Mutti, con la direzione artistica di Giuseppe Creti, è l'attenzione dell'artista, milanese di nascita, nei confronti di tutto ciò che è contaminato da diverse culture e tradizioni. 

«Sono nata a Milano ma non sono milanese. Mia madre è friulana e mio pare è pugliese - sottolinea Valentina Tamborra - io ho un'identità di confine, fluida, mista. Crescendo ho deciso di dedicarmi al concetto di confine e tutto il mio lavoro riguarda questo tema. Confine per me è margine e frontiera oltrepassabile. Quando mi sono imbattuta nella storia di Pietro Querini ho pensato che fosse di per sé un'altra storia di abbattimento dei confini, quindi mi sono detta "questa è un'altra delle mie storie". Così come ho lavorato sulla guerra, sulla migrazione e sulla povertà, questa è una storia di dolore che diventa scambio e fa vedere quanto un essere umano, incontrandone un altro, può creare meraviglie» 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Valentina Tamborra racconta "storie ai margini" tra Venezia e la Norvegia nella sua mostra alla Querini Stampalia

VeneziaToday è in caricamento