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Partita la campagna Sos Venezia: "nizioi" bianchi per la laguna

La mobilitazione fino a fine mese di Viva San Marco, Fai, Venessia.com, Italia Nostra e il Gruppo 25 Aprile in attesa della decisione dell'organizzazione internazionale Unesco per la città: dentro o fuori dal Patrimonio dell'umanità

«In occasione della sessione Bilancio (che sarà convocata fra circa 10 di giorni), saremo davanti al Comune, a Ca' Farsetti», e da oggi, domenica 11 luglio, fino alla fine del mese, i "nizioi" (lenzuola) bianchi esposti sui balconi in città terranno alta l'allerta sull'emergenza ambientale segnalata dall'Unesco pochi giorni fa sulla laguna. Così Viva San Marco, Fai, Venessia.com, Italia Nostra e il Gruppo 25 Aprile Italia aderiscono alla campagna "Sos Venezia" lanciata anche sulla pagina Facebook di "Veneziamiofuturo", attendendo la sessione dell'organismo internazionale che partirà in Cina il 16 luglio, anche per decidere le sorti di Venezia. Se rimarrà o meno sito protetto e se ci saranno delle prescrizioni sarà deciso entro il 31 luglio. L'iniziativa "Sos Venezia" che si articolerà in varie manifestazioni e assemblee da oggi al 31 luglio serve a: «denunciare - spiegano gli organizzatori - l'abisso che separa i proclami ufficiali dalla realtà vissuta da chi Venezia la vive, la conosce e ci lavora».

Nel mirino dell'organizzazione delle Nazioni Unite le grandi navi e il loro accesso in laguna. In caso di dichiarazione di "luogo in pericolo" da parte del Comitato per il patrimonio mondiale, verrà chiesto all'Italia di elaborare misure correttive da presentare entro febbraio 2022. Venezia è tra i siti Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1987. Se la città venisse inserita nella lista dei luoghi a rischio si dovrebbe concordare con le Nazioni Unite un piano per uscire dall'emergenza. L'Unesco, nell'esprimere la propria preoccupazione, avrebbe sottolineato come le soluzioni al momento trovate per le navi non siano sufficienti perché «non esiste un'alternativa alla laguna per l'ormeggio - scrivono i tecnici - che dia priorità al fatto di impedire totalmente l'accesso in laguna delle grandi navi, proteggendo il suo ecosistema». Per quanto riguarda il Mose: il rapporto invita lo stato italiano a «monitorare gli impatti della costruzione e del funzionamento del sistema», mentre per Porto Marghera, il sito industriale è tenuto d'occhio per la sua presenza in una delle lagune più fragili del mondo» (foto sotto: le borse create dalle associazioni in occasione dell'iniziativa).

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