Venezia sotto i 50 mila. Venessia.com riapre il dibattito
In campo Santi Apostoli venerdì con le associazioni, la politica e la gente per il calo della residenzialità. Martini: «Non c'è volontà di invertire la tendenza». Sambo: «Centro storico e terraferma: sicurezza fuori controllo»
Venezia sotto i 50 mila: l'associazione Venessia.com torna in campo, ai Santi Apostoli, dove venerdì aprirà una discussione partecipata da comitati, cittadini e politici sulla residenzialità. La conta degli abitanti in laguna continua a perdere quota. «La soglia dei 50.000 è una soglia psicologica - commenta il capogruppo di "Tutta la città insieme!", Giovanni Andrea Martini - Ma è logicamente un segnale preoccupante di calo dei residenti e quindi di una città che si svuota della propria vita. Le soluzioni sono: la casa, il lavoro, i trasporti, la qualità della vita. Occorre regolamentare le locazioni turistiche, assegnare gli alloggi pubblici vuoti e sfitti - afferma Martini -. Mentre per il lavoro bisogna pensare a spazi dedicati a lavori smart, spazi per imprese artigiane, ridurre i costi degli immobili e guardare all'università come motore di lavoro e non solo attrattore di studenti e utenti». Per quanto riguarda i trasporti, il consigliere comunale del gruppo "Tutta la città insieme!" guarda a una mobilità regolare e adeguata che aumenti la qualità della vita. «Le scomodità che la città d'acqua impone per le sue peculiarità, vanno compensate con la serenità di vivere in un luogo con spazi fruibili per il passeggio, per il gioco dei bambini, per la vita che è fatta di incontri, svago. E poi, no inquinamento, no moto ondoso: serve la volontà politica».
«Il calo demografico nel Comune di Venezia è grave - afferma la segretaria del Pd veneziano e consigliera comunale Monica Sambo - Una questione che non riguarda più solo la città d'acqua ma ormai anche la terraferma. Il fenomeno è piuttosto complesso e certamente legato alla perdita della qualità della vita per assenza di politiche attrattive che riguardano i servizi (da quelli del trasporto, alle politiche per bambini e giovani alla cultura). Ma dipende anche da una totale improvvisazione nella gestione della difficoltà e della insicurezza ormai dilaganti in città - afferma Sambo - Mancano sia il presidio capillare e diffuso nei territori (questa amministrazione ha infatti eliminato i vigili di quartiere e sestiere) che una politica sociale di prevenzione al posto dell'idea di spostare fontane e panchine. L'assessore comunale ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto ha invocato un tavolo congiunto con i colleghi che si occupano di sicurezza e sociale, a dimostrazione che la linea della solo repressione ormai non convince più. Dal Prefetto al Questore fino alle associazioni e ai comitati si chiedono politiche di inclusione e di presa in carico delle situazioni di disagio. È necessario un piano concreto e di lungo periodo per affrontare il degrado in città».