Lo spopolamento a Venezia è una tendenza che non si ferma. A dirlo è il portavoce di Venessia.com, Matteo Secchi, tornato a parlare di residenzialità, attraverso i grafici dei dati del Comune di Venezia, pubblicati sulla pagina Facebook dell'associazione. "Affiggiamo queste analisi sulla bacheca della farmacia Moretti, in campo San Bartolomio, dal 2008 - dice - e non abbiamo mai visto un cambiamento". 

Residenzialità e mortalità

"Il numero dei residenti - spiega Secchi - anche se aumenta, di certo non copre il numero dei morti. Quindi i nuovi nati più i nuovi abitanti, non riescono a coprire il grande ammanco di popolazione causato dall'alto tasso di mortalità. A questo dobbiamo aggiungere che farsi la residenza a Venezia, non significa venirci a vivere. Molti la richiedono per affari o altre motivazioni. Ma in ogni caso il dato su cui bisogna lavorare è quello sulla natalità. E per favorire le nascite, occore - afferma - cambiare tendenza. Serve una politica abitativa epocale".

Speculazione

Per fare la differenza, secondo il portavoce di Venessia.com, e aumentare famiglie e bambini in città, bisogna rendere più facile trovare casa. Quindi occorre lavorare sugli alloggi pubblici, specie quelli dell'Ater, che sono molti, ma anche abbattere la speculazione sugli immobili da parte dei privati. Un edificio adibito a uso abitativo non può rimanere chiuso. Quindi si può pensare, ad esempio, di tassare molto i proprietari privati che vendono e comprano immobili per arricchirsi sul mercato, ma non li mettono a disposizione, in affitto. La casa è alla base di tutto - dice Secchi -. Tutto il resto viene di conseguenza, come i negozi, i servizi, i trasporti".

Propositività

"E in generale si deve smettere di lamentarsi e criticare - afferma infine Secchi, rimproverando i concittadini -. Ognuno dedichi un po' del suo tempo per migliorare la città. Ormai ci sono tanti gruppi, ognuno scelga quello che più gli piace, investa un po' del suo tempo e insieme contribuiamo a migliorare Venezia".