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Vicenda Thetis: «A rischio gli interventi per la salvaguardia della laguna»

L'intervento del deputato e consigliere Nicola Pellicani del Pd dopo la notizia degli stipendi non versati ai lavoratori da tre mesi

«Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dell’azienda veneziana Thetis». Lo scrive il parlamentare e consigliere veneziano Nicola Pellicani del Partito Democratico, dopo aver appreso dei «ritardi da parte del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nei pagamenti, e quindi della necessità di posticipare l’erogazione delle retribuzioni di aprile», come riportato in un comunicato della sigla sindacale Filctem Cgil di Venezia.

«Rimaniamo basiti dalla denuncia della rappresentanza dei lavoratori riguardo al forte disagio, allo sconforto e alla conseguente demotivazione che i lavoratori devono subire a causa del “sistema delle consulenze”, oramai messo in essere da anni da parte dei commissari Cvn». Un sistema contro cui Pellicani aveva già puntato il dito. «Non possiamo non unirci alle preoccupazioni in merito al rallentamento delle attività per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, che non riguardano solo il sistema Mose», ma interessano interventi di contrasto alle acque alte (Progetto piazza San Marco) e altri legati alle compensazioni al sistema Mose (Piano Europa). 

«Per il terzo mese consecutivo - si legge in Filctem Cgil - i lavoratori Thetis non vengono pagati. Nella speranza si tratti solo di “temporaneità” a causa del coronavirus, non possiamo non denunciare le serie problematiche che coinvolgono la società, unica, nella galassia del Consorzio Venezia Nuova, che a rotazione è in cassa integrazione da più di due settimane. Thetis è una realtà di ingegneria ambientale e civile presente nella città storica, che si occupa di difesa e monitoraggio ambientale, gestione delle coste, contrasto ai cambiamenti climatici, trasporti, rigenerazione urbana. Ci appelliamo al Comune di Venezia, alla Regione Veneto, che hanno delle quote azionarie di minoranza in Thetis, al super commissario Elisabetta Spitz, al provveditore alle Opere Pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone e al governo italiano, affinché intervengano a risolvere la situazione creata dai commissari, pericolosa per i lavoratori e per l’intera città».
 

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