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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cibo take away a Venezia, al bando per 3 anni le nuove aperture. E ci saranno nuove regole

Manovra del Comune in accordo con la Regione, cui adesso spetterà il passo decisivo. Tutte le attività dovranno disporre di servizi igienici adeguati e dotarsi di cestini all'esterno

Cibo al sacco portato da casa, pizze e panini al trancio consumati sui gradini o cibo vario, comprato nel take away di turno. Come riporta il Corriere del Veneto, queste scene continueranno ad essere il pane quotidiano in laguna, e con la stagione estiva la tendenza incrementerà giocoforza. In questo scenario, con i cestini che dovrebbero essere quantomeno raddoppiati per contenere l'immondizia prodotta, l'amministrazione comunale sta cercando di muoversi con criterio, conscia che miracoli non è possibile farne.

La svolta

Ecco dunque che martedì in giunta è stata approvato un testo, in accordo con la Regione: la sostanza è semplice, stop di tre anni alle nuove aperture di attività che propongano cibo da asporto e regole ferree per chi già conduce un negozio di questo tipo. Si tratta di un passo avanti, che dovrebbe avvicinare le direttive dell'Unesco. Nello specifico, per i take away già operanti vigerà l'obbligo di disporre di cestini per i rifiuti all'esterno, nonché raccogliere la spazzatura lasciata al di fuori dei propri negozi. Ma provvedimenti ci saranno anche in materia di igiene, con la probabile unificazione delle regole del centro storico e della terraferma.

Stop alle aperture, nuove norme igieniche

I provvedimenti igienici, quindi, potrebbero portare con sé l'obbligo per le varie attività di disporre di un bagno e di avere determinate altezze e dimensioni minime nei locali. Se pizzerie al taglio, negozi di pasta take away e kebabari saranno quindi vietati, non rientreranno nel bando le gelaterie. La manovra del Comune dovrebbe dare l'inizio alla svolta, un punto d'incontro tra la volontà dell'amministrazione di riportare e mantenere il decoro in città e l'esigenza della Regione di mantenere comunque viva la libera concorrenza.

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