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Martedì, 19 Marzo 2024
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La storia delle iniziali di Vittorio Emanuele nascoste nel parapetto di un ponte veneziano

Le decorazioni sulla balaustra in ferro del ponte di Borgoloco a Santa Maria Formosa celano un omaggio al Re d'Italia da parte dei fabbri veneziani

Per trovarle basta attraversare Campo Santa Maria Formosa, avvicinarsi alla facciata dell'Hotel Ruzzini, oltrepassarla per andare verso l'ingresso acqueo dell'hotel e arrivare in cima al Ponte Borgoloco. Sono le iniziali di Vittorio Emanuele, abilmente nascoste nei disegni del parapetto del ponte che prende il nome dalla presenza in passato, proprio in questa zona, di diversi appartamenti e camere che venivano affittate a basso prezzo. Si sostiene, infatti, che il termine "borgoloco" derivi da una frase in dialetto veneziano "tegnir uno a loco e foco", cioè tenersi qualcuno in casa a proprie spese. 

L'uso dei parapetti sui ponti non era molto comune a Venezia, si tratta di un'usanza più recente, fatta risalire all'Ottocento quando gli austroungarici vollero inserire queste protezioni sui bordi dei ponti per aumentarne la sicurezza. In origine, infatti, gli attraversamenti sui canali veneziani non avevano alcun tipo di ringhiera come dimostrano alcuni antichi ponti presenti ancora oggi in città. Basta pensare al Ponte Chiodo nel sestiere di Cannaregio, chiamato così per la nobile famiglia Chiodo che lo possedeva e ancora il Ponte del Diavolo a Torcello, entrambi privi di parapetto proprio come si usava originariamente a Venezia. 

I parapetti vengono introdotti a Venezia solo con l'arrivo degli austroungarici che affidarono ai fabbri della città il compito di costruirli. E furono proprio i fabbri veneziani a scegliere di inneggiare il Regno d'Italia e il suo re Vittorio Emanuele inserendo una scritta nascosta "Viva Vittorio Emanuele" con l'immagine di una "W" insieme alle iniziali V ed E di Vittorio Emanuele nella balaustra del Ponte Borgoloco che a primo sguardo sembrerebbe rappresentare dei cuori. 

Ed è così che, ancora oggi, su questo ponte di Venezia, poco noto ma molto attraversato, si scorge la traccia di un pezzo di storia importante per la città e l'Italia intera e, passando sul ponte che attraversa il Rio del Pestrin, si può ancora leggere "tra le righe" un inno a Vittorio Emanuele Regno d'Italia. 

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