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La produzione si ferma: tram senza pezzi di ricambio

La francese Alstom avrebbe comunicato lo stop dal 2019. Ora i (pochi) sistemi monorotaia sparsi nel mondo, tra cui Mestre e Venezia, devono trovare soluzioni

Il tram di Mestre rischia di restare senza pezzi di ricambio. Il gruppo Alstom, secondo quanto riportato dai quotidiani locali, ha annunciato che dal 2019 cesserà la produzione: significa che, con i mezzi attuali, la normale usura porterà il tram a spegnersi definitivamente entro il 2036. Nel frattempo il gruppo Avm paga 455mila euro al mese per estinguere il mutuo fatto per l'acquisto del mezzo pubblico, con rate ancora per trent'anni.

Incontro con l'azienda

Urge quindi trovare una soluzione. Una possibilità è puntare sugli artigiani del territorio, che hanno cominciato a realizzare alcune parti dei vagoni. Ma non basta. Si spera anche nell'eventualità che, nei prossimi anni, nuove aziende diano il via alla produzione di tram compatibili con la rete mestrina. È chiaro che le garanzie sono insufficienti: per questo l'assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, ha annunciato che la direzione di Avm, con i colleghi che gestiscono il tram di Padova, chiederà un incontro urgente con i vertici di Alstom per avere chiarimenti.

Il Translohr

Il problema nasce dal fatto che finora il sistema monorotaia non ha preso piede e sono solo sette, in tutto il mondo, le città che lo hanno adottato: oltre a Mestre è presente a Padova, Clermont-Ferrand e Parigi (un pezzo) in Francia, Medellin in Colombia, Tianjin e Shanghai in Cina. Un sistema completamente diverso da quello "tradizionale", con i convogli che procedono vincolati su una rotaia ma con ruote gommate.

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