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Martedì, 23 Aprile 2024
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Occupare tutti i posti nei treni, Variati: «Cattiva idea»

Il sottosegretario all'Interno sul trasporto regionale replica a Zaia: «Negli assembramenti e al chiuso ancora rischio di contagio. Meglio un piano con lo Stato e i privati anche per la ripresa delle scuole»

La Regione accelera, il governo frena. Oggi lo fa il sottosegretario all'Interno Achille Variati replicando al riempimento completo, come da omologazione dei mezzi, invocato dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia per superare il problema della carenza dei mezzi pubblici. Su treni regionali, in particolare, ancora è prevista una organizzazione dei posti a sedere a sedili alterni: non è possibile mettersi fianco a fianco. Il presidente del Veneto ieri, mercoledì 3 giugno, ha detto che come già avviene nei locali pubblici, dove si indossa la mascherina quando non è possibile rispettare la distanza di un metro, allo stesso modo si dovrebbe fare a bordo dei mezzi. «Così si recupera il 50% dei posti. Il servizio è doveroso, non trovare posti nei mezzi significa avere più auto in circolazione e quindi più inquinamento». Per Variati, quella di Zaia, «è una cattiva idea».

Il privato

Lo è, spiega il sottosegretario, perché gli esperti dicono che ancora i luoghi chiusi con persone poco distanziate, sono ancora quelli a maggior rischio di contagio. Per questo, «sarebbe più utile un piano della Regione, concordato con lo Stato, per accompagnare le corse dei treni e degli altri mezzi anche utilizzando le aziende private, che in questo momento non lavorano perché non c'è turismo». Questo, spiega Variati, «può garantire più sicurezza e maggior efficienza, anche in vista della ripresa del trasporto scolastico di settembre. Zaia ha ragione nell'identificare il problema. Ma sbaglia nel dare la risposta».

Gli studi

Secondo il reportage pubblicato ieri dal New York Times e citato da Variati, a causare la maggior parte dei contagi, secondo gli esperti che hanno studiato il caso di Hong Kong, sono i cosiddetti “superdiffusori”. Eventi sociali e situazioni di assembramento responsabili della gran parte delle diffusioni: l’80 per cento dei contagi si deve infatti al "20 per cento dei casi, tutti riguardanti incontri sociali". Dati molti simili sono emersi da studi fatti in Cina, in Israele e in Inghilterra.

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