Ruoli occupazionali introvabili nel turismo, Zambon: «Un errore un confronto senza i sindacati»
La segretaria della Camera del Lavoro di Venezia: «Difendere le professionalità e formarle. Serve una politica compatibile con la sostenibilità dei centri storici e del patrimonio artistico»
«Grave errore da parte della politica un confronto senza i sindacati dei lavoratori». Sui ruoli occupazionali introvabili nel comparto del turismo la segretaria della Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia, Monica Zambon, parla di «occasione persa».
«Per tutto il territorio Veneto e per Venezia (che traina da sempre il turismo Veneto) l'incontro fra il ministro del Turismo Massimo Garavaglia e il governatore della Regione Luca Zaia era un'opportunità per interessarlo a confrontarsi sui problemi della ripartenza. Invece è stato un confronto a metà - spiega Zambon - in quanto non sono stati convocati i sindacati che rappresentano i lavoratori e le lavoratrici del settore che solo nella provincia di Venezia arrivano a quasi 50.000 addetti. Gran parte della discussione si orientava sulla scarsità di reperire camerieri, cuochi, governanti, insomma tutto il personale necessario al turismo stagionale. La soluzione, che sarebbe la decontribuzione alle imprese, appare l’ennesima ricetta per occupazioni precarie e mal pagate».
Per la segretaria, «il settore ha bisogno di politiche volte a riqualificare il settore turistico come comparto d’eccellenza, dove i lavoratori e le lavoratrici siano protagonisti del processo qualitativo, con salari adeguati alla loro professionalità e con una copertura economica e formativa certa durante il periodo invernale per evitare il fuggi fuggi delle professionalità». Accanto a questo, afferma Zambon, è necessario gestire i flussi turistici prestando attenzione alla sostenibilità dei centri storici. «Stop alle licenze selvagge che hanno trasformato Venezia in un discount dell’hospitality. Questa pandemia ci ha fatto capire che nel breve periodo non ci sono economie alternative. Se si vuole veramente ripartire servono progetti che vadano oltre l’emergenza e che coinvolgano tutte le parti sociali. Vista l’attenzione della politica sul settore, riteniamo che questa possa confrontarsi con noi in relazione al prossimo sblocco al divieto dei licenziamenti, che sicuramente metterà in difficoltà il settore turistico».