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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Ospedali di comunità, 47 nuovi posti letto: 20 a Jesolo, 12 a Portogruaro e 15 a San Donà

La Regione ha approvato in tempi da record il piano proposto dall'azienda sanitaria del Veneto Orientale. Bramezza: "Abbiamo ottenuto un importante obiettivo per il territorio"

Approvato in tempi da record il piano dell'Ulss 4 per l'attivazione dei posti letto destinati agli ospedali di comunità. Saranno 20 i posti letto attivati all’ospedale di Jesolo, che aggiunge così un’ulteriore servizio ai tanti esistenti in ambito riabilitativo e non solo, ma anche altri 2 posti all’Unità riabilitativa territoriale (sempre ospedale di Jesolo) che si aggiungeranno agli 8 esistenti. All'Ipab Francescon di Portogruaro ne verranno attivati 12, mentre saranno 15 quelli previsti all'Ipab Monumento ai Caduti di San Donà di Piave.

"Raggiunto un importante obiettivo"

Per il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza, è un altro importante obiettivo che completa la programmazione degli ospedali di comunità sul territorio, e permette di mettere in campo soluzioni diversificate per le diverse tipologie di bisogno, con la già acquisita disponibilità dei Centri servizi per anziani del territorio. "La collaborazione con le case di riposo e le nostre Ipab è costante e continua nella direzione di nuovi e importanti risultati - argomenta ha spiegato Bramezza - tanto che prevedo entro l’anno l’attivazione degli ospedali di comunità alla Francescon di Portogruaro e Al Monumento ai Caduti di San Donà. Mentre per quanto riguarda l’ospedale di Jesolo ci vorrà un po’ più tempo per l’esecuzione di importanti investimenti e lavori nella parte attualmente chiusa, che faranno diventare questa struttura più “viva” e frequentata rispetto ai tempi in cui era un grande ospedale. Questa struttura sarà unica in tutto il Veneto per le sue caratteristiche: vocazione riabilitativa con ospedale di comunità e un’ampia offerta di prestazioni ambulatoriali".

"Una risposta importante al territorio"

"Il progetto - ha aggiunto Mauro Filippi, direttore dei Servizi socio sanitari dell’Ulss 4 - era stato condiviso anche con la Conferenza dei sindaci perché questa strutture permettono di dare risposte importanti nel territorio, proprio ai soggetti più fragili, i quali una volta ricoverati in ospedale e superata la fase acuta non sono ancora pronti per rientrare a domicilio. Gli ospedali di comunità - ha quindi concluso - sono definiti strutture di ricovero intermedio a carattere temporaneo, le attività assicurate riguardano pazienti con funzioni potenzialmente recuperabili, come ad esempio in seguito ad un importante intervento chirurgico o dopo un allettamento prolungato, ma anche pazienti per i quali si avvia un percorso di adattamento all’ utilizzo di protesi-ausili e all’ambiente".

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