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La tournée digitale dei teatri del Nordest supera le frontiere, si unisce anche la Slovenia

Lo Slovensko Stalno Gledališče partecipa insieme agli Stabili di Veneto, Bolzano e Friuli Venezia Giulia al palinsesto di Una stagione sul sofà

La tournée digitale di “Una stagione sul sofà” da questo weekend ha una nuova aggiunta: il Teatro Stabile Sloveno. Lo Slovensko Stalno Gledališče si unisce, quindi, agli Stabili di Veneto, Bolzano e Friuli Venezia Giulia proponendo nuovi spettacoli "digitali" per regalare un momento di arte e spettacolo agli spettatori direttamente a casa loro. 

Quello Sloveno è l'unico teatro stabile pubblico italiano di lingua non italiana, con quasi 120 anni di attività alle spalle e un ruolo importante di mediatore culturale. Fin dalla fondazione diffonde, grazie alle traduzioni e allestimenti di testi di autori italiani, il repertorio teatrale italiano classico e contemporaneo in Slovenia e in altri paesi di area balcanica. Allo stesso modo propone testi di autori sloveni al pubblico italiano, grazie ai sovratitoli presenti in sala da quasi vent'anni per tutti gli spettacoli di produzione e ospiti.

Gli spettacoli di questo weekend

  • Venerdì 10 aprile (ore 20.00) Il Teatro Stabile di Bolzano propone Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis di Pino Loperfido, con Andrea Castelli e diretto da Paolo Bonaldi.

Trama

Si tratta di un monologo civile dedicato a una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica internazionale: il 3 febbraio 1998 un aereo Prowler della base americana di Aviano trancia di netto i cavi della funivia del Cermis in val di Fiemme, facendo precipitare nel vuoto una cabina con venti persone a bordo, tutte morte. L’unico superstite, il manovratore dell’altra cabina appena sfiorata dall’impunito pilota, diventa il narratore/attore di questa «cronaca romanzata di una tragedia». Attonito e inerme testimone dei fatti, «appiccicato alla morte» per un’ora nella gabbia metallica, racconta, guidato da un flusso di coscienza che passa dai «nudi fatti» ai ricordi personali, dall’evocazione delle voci dei valligiani alle espressioni di rabbia contro «un’imbecillità che non ha patria, non ha colore, non ha sesso». Oltre alla ricostruzione dei fatti, il testo diventa metafora della solitudine e dell’angoscia della parola quando alimenta la memoria storica.

  • Sabato 11 aprile (ore 20.00) è il turno del Teatro Stabile del Veneto con I Rusteghi di Carlo Goldoni diretto da Giuseppe Emiliani. Un grande classico della commedia dell’arte ritenuta da critici il capolavoro di Goldoni.

Trama

La scena è ambientata a Venezia nella casa del mercante Lunardo, e si svolge nell’arco di una giornata, rispettando così la tradizionale unità di luogo e di azione.
Lucietta, da sempre in contrasto con la matrigna Margarita, vorrebbe maritarsi per uscire da una routine familiare noiosa e angusta, dovuta soprattutto all’intransigenza del padre Lunardo, autoritario, e scorbutico. A insaputa di Lucietta, il padre ha già predisposto le nozze con Filippetto, figlio del signor Maurizio, anch’egli dal carattere rigido e severo. Grazie a un travestimento Filippetto e Lucietta possono conoscersi prima che le nozze vengano ufficializzate, ma sul più bello vengono scoperti.  Scoppia il finimondo: i quattro uomini montano su tutte le furie, ma è Felice, nel corso della splendida scena finale, a dimostrare quanto assurdo sia il comportamento dei rusteghi. Al di sopra del principio economico e dei falsi ideali di compostezza, rigore, rispetto dell'autorità paterna, i figli e le donne si affidano a un umanissimo principio di piacere, ribaltando i ruoli familiari a loro vantaggio e isolando i quattro rusteghi nella vecchia austerità e nel conformismo che li caratterizza.

  • Domenica 12 aprile (ore 18.00 in lingua slovena - ore 20.00 lingua italiana) il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e lo Stabile Sloveno chiudono il weekend con la co-produzione Paurosa Bellezza/ Grozljiva lepota che nel 2017 ha visto lo Stabile del Friuli Venezia Giulia e lo Stabile Sloveno affrontare uno spettacolo in doppia edizione linguistica offrendo due immagini diverse dello stesso testo, basate sulla specificità dell’interpretazione attoriale.

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Incentrato sul tema dell’alpinismo, della sfida dell’uomo con la natura, con sé stesso e i suoi limiti grazie al doppio cast e alla doppia versione linguistica, lo spettacolo permette al pubblico di vivere l’emozione dello stesso testo e della stessa regia da due prospettive differenti. Fede, amore, coraggio nel rapporto con la Montagna sono alcuni dei temi che gli attori delle due compagnie (Lara Komar, Riccardo Maranzana, Filippo Borghi per il Rossetti e Maruša Majer, Primož Forte e Tadej Pišek per il Teatro Sloveno) restituiscono con profondità emotiva e un’intensità fisica incredibile, impegnati a recitare simulando una vera arrampicata su piano inclinato. Le videoproiezioni danno al pubblico il senso della vertigine, della paura, della bellezza, completamento dei ricordi e delle storie di tre grandi e carismatici protagonisti dell’alpinismo italiano, come Emilio Comici, Enzo Cozzolino e Tiziana Weiss. Il regista attraverso una suggestiva partitura che intreccia il linguaggio fisico degli attori a video e suoni, porta in primo piano le loro emozioni, il loro senso della sfida, la poesia delle montagne, che con la loro silenziosa immensità permettono all’uomo di affacciarsi sull’infinito, anche interiore.
 

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