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Veneto sempre più "longevo" ma meno i nati rispetto a dieci anni fa

Oltre un milione e 120 mila gli over 65, in aumento il numero degli ultraottantenni soli e in diminuzione del 26,5% le nascite dal 2009

Dai dati demografici pubblicati dall'Istat ed elaborati dallo Spi Cgil del Veneto emerge che la popolazione veneta è sempre più longeva ma i nuovi nati sono, invece, in diminuzione. Nello specifico, gli over 65 dal 1 gennaio 2019 sono 1.122.005, quasi un quarto dei residenti e fra questi il 56% è donna. Rispetto al 2018 gli anziani sono aumentati di circa 13.400 e facendo riferimento, invece, al 2009 in Veneto sono aumentati di oltre 160 mila. Dall'altro lato i nuovi nati in Veneto sono sempre meno, in totale 35.422 rispetto ai 36.655 nel 2018 e ai 48.199 nel 2009. 

Un altro dato che emerge riguarda il numero di ultraottantenni che è anch'esso in aumento. A inizio 2019 in Veneto gli over 80 sono, infatti, 347.165 (per il 64% donne), 11 mila in più rispetto al 2018 e 75 mila in più in confronto a dieci anni prima. Ciò che più preoccupa, però, è la categoria degli ultraottantenni che vivono soli: sono 211.147 (tre su quattro donne), contro i 208.277 del 2018 e i 184.943 del 2009.     

«L’invecchiamento della popolazione è di per sé un dato positivo – commenta Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto – perché vuol dire che si vive più a lungo. Ma, come diciamo spesso, ciò comporta che la politica, sia quella nazionale che quella locale, debba tenere conto di questo trend prevedendo politiche adeguate ad esempio sul fronte della salute, dei trasporti, dell’abitazione, delle tasse. Tutti temi che fra l’altro affrontiamo con i sindaci e gli Enti locali nell’ambito della negoziazione sociale. Preoccupa però anche la bassa natalità. I dati dimostrano che si fanno sempre meno figli e il saldo potrebbe essere molto più pesante se non ci fossero gli immigrati che riequilibrano la situazione. Servono anche politiche per le famiglie». 

È necessario un movimento per la tutela degli anziani, soprattutto quelli che vivono da soli, su più fronti: salute, lotta all'isolamento e alle truffe, residenzialità, trasporti, vivibilità nelle nostre città, politiche per l'invecchiamento attivo, adeguato finanziamento per la non autosufficienza e attenzione ai redditi più bassi. 

 «Visto che abbiamo la fortuna di vivere più a lungo – conclude Elena Di Gregorio - bisogna cominciare a pensare a città a misura di anziano e anziana. Guardiamo con grande attenzione a certi modelli, anche nordici, che prevedono servizi integrati pure all'interno degli stessi condomini dove possono convivere inquilini di età diverse, servizi a supporto di quelli più anziani e perfino assistenza medica».  

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