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Venezia centro di studio sulle pandemie: Zottis, Baretta e Bettin stanno con Palù

«Progetto che si sposa benissimo con la storia e la tradizione della città»

«Il Centro mondiale per la ricerca delle pandemie a Venezia è un’ottima notizia se dovesse arrivare in fondo». La vicepresidente del Consiglio regionale ed esponenente del Partito Democratico Francesca Zottis commenta così l’idea rilanciata dal presidente dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) Giorgio Palù sulla nascita di una unità internazionale per lo studio. Sulla stessa linea i consiglieri comunali Pier Paolo Baretta del Pd e Gianfranco Bettin di Venezia Verde Progressista.

«È un progetto che si sposa benissimo con la storia e la tradizione della città, siamo soddisfatti che il governo voglia riconoscerle un ruolo di guida a livello internazionale inserendo la proposta nel Recovery Plan - commenta Zottis -. Del resto, come abbiamo detto più volte, la ricerca è una delle chiavi di rilancio di un luogo unico al mondo. Il Covid ha dimostrato che il turismo pur essendo una risorsa importantissima non può essere l’unica. E poiché tutti i virologi ci dicono che purtroppo in futuro dovremo fare i conti con le tante mutazioni del virus e col rischio di nuove pandemie, investire in ricerca e prevenzione diventa decisivo. Questo vale anche per la Regione».

«I Verdi veneziani ed europei sostengono con grande convinzione la proposta», afferma Bettin. «Nel corso della sua storia, – proseguono Bettin, Franca Marcomin dei Verdi di Venezia, Luana Zanella e Cristina Guarda dei Verdi del Veneto ed Eleonora Evi, europarlamentare dei Greens Efa - Venezia è stata sempre all’avanguardia nel confronto e nella ricerca dati il suo ruolo sui mari, le rotte internazionali che le sue navi solcavano per i commerci e le relazioni diplomatiche e culturali e che la esponevano a possibili contaminazioni. Tutto ciò, aggiunto alla disponibilità di spazi e strutture, ne fa il luogo ideale per insediare un centro con le caratteristiche indicate dal professor Palù. I Verdi veneziani ed europei, – concludono – sosterranno dunque, convintamente, la proposta in tutte le sedi locali, nazionali e dell’Unione europea».

«Venezia è giustamente percepita, a livello mondiale, come luogo privilegiato di dialogo e ricerca sul futuro del pianeta e sulle emergenze sanitarie, climatiche, economiche e sociali che ci attendono. La sua storia, peraltro, lo conferma - dice Baretta -. La presenza di grandi istituzioni internazionali - conclude Baretta - serve alla città anche per riprendere seriamente un progetto sulla residenzialità e sul proprio sviluppo economico».

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