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Vittime di violenza di genere, si allarga la rete di protezione con la collaborazione interforze sul territorio

Ieri l'evento in questura. Dagli strumenti adottati per il contrasto, come il protocollo Eva e il progetto Scudo, alla illustrazione del Codice Rosso in un’ottica di forte cooperazione tra i vari attori impegnati nel contrasto al fenomeno

Una violenza cieca che non si ferma davanti a niente e allarga pure il raggio delle vittime: le uccisioni di donne e figli nelle tragedie degli ultimi giorni rendono impellenti riflessioni, discussioni e azioni attorno a un fenomeno che ha proporzioni mostruose. Giovedì pomeriggio in questura a Venezia la violenza sulle donne è stata oggetto di un incontro, alla presenza del questore Maurizio Masciopinto, organizzato con il Console onorario del Brasile Helen Gnocchi e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune Simone Venturini. “Noi non siamo sole”: per la difesa delle donne vittime di violenza.

L’evento, promosso dalla polizia di Stato e dal Consolato, con il contributo dei Centri antiviolenza “Maria da Penha” e “Mulheres do Brasil” ha avuto lo scopo di informare e sensibilizzare sul tema della lotta contro la violenza sulle donne, in un’ottica di forte cooperazione tra i vari attori impegnati quotidianamente nel contrasto al fenomeno, dall’essenziale attività di prevenzione e contrasto delle forze dell’ordine al prezioso contributo del Comune e dei vari enti impegnati sul territorio. Due gli strumenti operativi adottati per contrastare la violenza di genere, il Protocollo Eva, che ha codificato le linee guida per la gestione degli interventi, e il progetto Scudo, un’applicazione interforze, riservata agli operatori, che è uno strumento nuovo per il contrasto alle violenze di genere, poiché mette a disposizione tutte le informazioni utili sui precedenti interventi svolti al medesimo indirizzo per calibrare l’attività operativa.

Particolare attenzione è stata rivolta anche alla normativa, illustrando la riforma nota come Codice Rosso, nata a tutela delle donne e delle persone fragili che subiscono violenze per atti persecutori e maltrattamenti, e lo strumento dell’Ammonimento del questore, per la prevenzione e dissuasione da comportamenti persecutori che infondono nella vittima un grave stato di ansia e di paura. Un’importante contributo è stato poi fornito anche dal Servizio antiviolenza del Comune, che ha illustrato le attività e le proposte messe a disposizione di tutte le donne vittime di violenza, e la rete di aiuto del Consolato onorario del Brasile in sinergia con tutti gli altri centri antiviolenza del territorio e con la collaborazione della polizia di Stato, che contribuisce a supportare le vittime sia a livello pratico che psicologico, e a far sì che sempre meno donne possano sentirsi “sole” ad affrontare tale situazione particolarmente pericolosa.

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