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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Pausa cicca

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A cura di Alessandro Cecconato

L'Università è quella parte di vita passata a fare pausa da quello che i tuoi credano tu stia facendo

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Fabri Fibra ci ha messo la faccia: perchè fa bene leggere Fattore H

Tyrone:"Voglio riuscire a dire qualcosa che non rimanga un silenzio, qualcosa che possa essere sentito e capito": obiettivo centrato

Ho conosciuto Tyrone Nigretti e il suo “Fattore H” (Rizzoli, 15 euro, 200 pp., gennaio 2015) grazie a un post di Fabri Fibra, che qualche tempo fa ha caricato una foto di sé con il libro a coprirgli la faccia. Che sia lo solita trovata di marketing? Per scoprirlo basta comprarlo, ma soprattutto leggerlo: scrivo qui per suggerirvi di farlo.

Tyrone Nigretti ha 21 anni, di Milano, e dal giorno in cui è nato (prematuro) è affetto da tetraparesi spastica: come scrive “vuol dire tutto e non vuol dire un cazzo, come dire raffreddore” solo che a differenza del virus che personalmente mi prendo tutti gli inverni, quello che ha Tyrone promette una vita in perenne salita. Se poi a stringerti tra le braccia è una madre con dipendenze da eroina e coca e un padre adottivo che entra ed esce di galera per furto e spaccio a uno viene da chiedersi chi gliel’abbia fatto fare. A uno, ma non a Tyrone.

E’ per questo che “Fattore H” è molto di più di un’autobiografia, così come quell’ “h” sta per Hip Hop prima e oltre che per handicappato. Sì, ci sono canzoni hip hop e ci sono libri hip hop: “questo libro è hip hop, la doppia H, anzi la tripla, lo caratterizza”. Ah ecco perché Fabri Fibra…Esatto.

“Fattore H” non fa altro che raccontare la vita di un disabile con la passione per il Rap, mese dopo mese, dall’asilo in su passando per i servizi sociali e gli ospedali, cercando di capire la differenza tra la vita ed un film grazie a un testo di J-Ax, la guerra tra poveri con uno di Jake. Tutto molto semplice, eppure nel farlo riesce a dire molto e a farsi sentire, è un grido pieno di parole: contro “l’Italietta” della discriminazione legalizzata, del finto buonista che ti lascia passare alla cassa perché vede la sedia a rotelle, ma l’avrebbe fatto altrimenti? E poi contro gli autobus per disabili che entrano in attività a una settimana dall’inizio della scuola, dei “punti sfiga” mai abbastanza per ottenere una casa adeguata, che però arriva come per magia se “Mi manda Rai 3” porta il tuo disagio in televisione.

Nigretti parla di sé e di noi, di donne, amici, famiglia, droghe (“la cannabis mi fa muovere un arto in più, perché non la legalizzano?”) con lucidità inaspettata, a tratti giornalistica, ma il giornalista non è mai convolto, il giornalista racconta lo schianto in cui non è stato coinvolto, il furto che non ha subito: qui c’è invece chi ha provato tutto e riesce a descriverlo così com’è.

Inizialmente ero indeciso se recensire o meno tutto ciò. Questo perché Fattore H è destabilizzante, irritante, quasi antipatico: un ventenne o poco più che urla addosso a tutti, non argomenta neppure, ti scarica le parole addosso come a dire io la penso così, tu facci quello che vuoi. Ma l’ho scritto prima, questo libro è hip-hop e allora lasciamo che Tyrone Nigretti gridi come abbiamo fatto per tutti coloro che meritavano di essere detti Hip-Hop.

Nessuno di noi ha mai chiesto a Fabri Fibra di argomentare, abbiamo ascoltato le sue turbe e abbiamo scoperto che erano vere, erano vere perché uguali alle nostre.

Alessandro Cecconato

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