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A cura di Gianluca Anoè

Venezia noir: il farmacista che uccise l'amante a colpi di mortaio

La vicenda è ambientata a Venezia, nel 1720. A pochi passi dal Ponte di Rialto. Per due giorni nessuno ha notizie di Maria Teresa Alberti, e qualcuno inizia a preoccuparsi e sospettare che qualcosa non vada bene. Il capo sestiere, allora, decide di forzare il portone di casa, dopo non aver ricevuto alcuna risposta dalla donna. Il corpo viene ritrovato riverso nel letto, in una pozza di sangue, causata da numerose ferite inferte in molteplici parti del corpo.

In pochi mesi viene incastrato il colpevole dalla Quarantia Criminal, tale Domenico Rossi, il giovane farmacista del quale la donna si era perdutamente infatuata. Il ragazzo, scoperta l'attrazione che la non più giovane donna provava nei suoi confronti, decise di divenirne l'amante, andando a trovarla anche di notte, con la scusa di portarle delle polveri da lui preparate, che le avrebbero alleviato, e non poco, i dolori dipendenti dall'età.

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E fu in una di quelle notti che Domenico decise di mettere a punto il suo piano, quello che aveva orchestrato sin dall'inizio. Mentre Maria teresa Alberti dormiva, infatti, la colpì 4 o 5 volte con ilmortaio da farmacista, proprio quello con cui preparava le polveri, le squarciò di netto la gola con un temperino, e con la spada la trapassò dalle viscere fino al collo. Il colpo di grazia fu un colpo di mortaio, all'altezza dell'osso sacro. Il farmacista, a seguito delle indagini, fu arrestato e poi giustiziato.

Venezia noir: il farmacista che uccise l'amante a colpi di mortaio

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