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Cronaca Marghera

Terreni a Porto Marghera: "C'è il rischio che i 107 ettari di Syndial finiscano nel blind trust"

Filctem Cgil: "Il rogito per il passaggio a Comune e Regione non ha mai visto la luce, sulle bonifiche è buio totale. Un sito d'interesse nazionale rischia di finire in pasto ai privati"

Guardando in lontananza Porto Marghera, il segretario Filctem Cgil di Venezia, Riccardo Colletti, riflette: "Su quei 107 ettari ex Syndial, su cui doveva sorgere nuova industria e occupazione, non è dato sapere neppure a che punto sono le bonifiche". Nel pieno della discussione sulle illuminazioni del sito industriale, il potente fascio di luce e i Pili, non può non tornare in mente la vicenda, ancora aperta dopo anni, delle aree che con rogito dovevano passare a una società di Comune e Regione, per essere bonificate e riportare industra e lavoro. "Quante volte è scaduto il rogito? E lì non è stato fatto niente", afferma il sindacalista dei chimici. "E non è neppure dato sapere a che punto siano le bonifiche, se c'è un minimo di sicurezza che venga garantita su quei terreni. Buio totale". Ma non è tutto. 

Blind Trust

"Abbiamo appreso, qualche giorno fa - prosegue Colletti - che è stata venduta la ex mensa 3, adiacente allo storico Capannone del Petrolchimico. Non sappiamo se questo è l’inizio di un processo, ma se colleghiamo questa improvvisa vendita di un cespite societario di Syndial, presente nei 107 ettari, alla mancanza di un piano strategico condiviso, ribadisco ancora che quei terreni sono a rischio". Rischio cioè che diventino qualsiasi cosa fuorché ciò per cui in origine erano stati destinati, cioè sito di interesse nazionale. "Se il Comune decide di far cadere questi 107 ettari in una delle società del sindaco Luigi Brugnaro, messe nel blind trust, si perde il controllo su quella zona", conclude il segretario Filctem e rincara: "Lo abbiamo sempre sostenuto, e continueremo a farlo, che quelle aree sono e devono rimanere a vocazione industriale e manifatturiera, e non è possibile che dopo tutti questi anni non si sia prodotto nessuno stato di avanzamento. Tutto ciò, ovviamente, favorirà la speculazione e noi non possiamo assolutamente accettare una deriva di questa natura".

Oleificio Medio Piave 

"In questi giorni si fa molto parlare di inutilizzo di quelle aree. Per questo sarebbe importante che questo percorso fosse trasparente e che tutti gli organi di vigilanza potessero monitorare adeguatamente, diffondendo dati certi in merito, dato che si tratta di terreni particolari. Vorrei ricordare che Syndial, in tempi passati, ha ceduto una parte dei suoi terreni all’Oleificio Medio Piave, vincolando il rogito alla riassunzione dei lavoratori della Vinyls e Montefibre e ad un percorso di reindustrializzazione. Ebbene, dove stanno i lavoratori? E cosa è sorto in quell’area. Un bel niente e nessun posto di lavoro. Non permetteremo - conclude Colletti - che finisca così un'altra volta".

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