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Cronaca

A Venezia un'occasione di incontro tra Italia e Africa

Dialoghi Tridimensionali: il primo passo per una cultura del dialogo e del benessere. Hospitadella sostiene la mostra evento promossa da Afralia e IED Istituto Europeo di Design.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

La mostra Dialoghi Tridimensionali rappresenta il il primo passo per una cultura del dialogo e del benessere.

La mostra è promossa da Hospitadella, clinica odontoiatrica e centro di medicine e chirurgia estetica, che supporta questo evento di notevole rilevanza per lo sviluppo del dialogo tra i popoli e per maturare una profonda riflessione sul tema del bello attraverso pezzi d'arte e di design, coerentemente con il pensiero del suo fondatore, il dottor Carlo Gobbo da sempre orientato a una cultura del benessere, della bellezza, della qualità e della salute.

Dialoghi Tridimensionali , che verrà inaugurata presso Palazzo Franchetti sabato 5 ottobre alle ore 17, rappresenta un vero e proprio momento di riflessione sulle contaminazioni tra culture e mette in luce, attraverso un acuto allestimento, i legami tra i popoli e le corrispondenze tra oggetti africani e immagini del design italiano.

L'evento nasce dalla partnership fra Afralia, fondata dal dott.Carlo Gobbo, e IED, Istituto Europeo di Design.

Afralia persegue l'obiettivo di promuovere spazi e momenti di comunicazione e incontro tra Italia e Africa.

L'intento dell'associazione è, infatti, quello di creare un vero e proprio ponte che metta in contatto queste due realtà, favorendo dialoghi possibili, rispettosi e creativi. L'augurio è che Afralia possa presto rappresentare il fondamento per il sorgere di imprese culturali e commerciali in grado di favorire l'evoluzione e il benessere generale.

"Stiamo costruendo troppi muri e troppo pochi ponti," - commenta il Dott. Carlo Gobbo, citando Newton, e aggiunge: "ho deciso di lanciare un arcobaleno nel cielo e ho creato Afralia: un ponte fra Africa e Italia".

Commento di Carlo Forcolini - direttore scientifico gruppo IED

Alcuni oggetti africani della raccolta del Dott. Carlo Gobbo, Presidente di Afralia, e alcune immagini del design italiano, selezionate a cura della Direzione Scientifica di IED, sono i soggetti dialoganti di questa iniziativa.

Non una mostra d'arte africana e non una mostra di design italiano. Dialoghi, appunto, tra culture differenti ma non estranee, tra culture che nel grande vortice della storia e delle contaminazioni linguistiche, artistiche e simboliche hanno molto più da dirsi di quanto si possa immaginare.

La scoperta dell'arte africana da parte degli artisti europei a cavallo tra gli ultimi due secoli ha rivoluzionato il linguaggio di grandissimi artisti come Cézanne, Matisse, Brancusi, Modigliani, Picasso, Giacometti e tanti altri non meno importanti.

Anche a questi maestri guardavano i nostri artisti/designer che, lavorando prevalentemente nel nord industriale del Paese, implementarono la nuova cultura del design di origine nord europea, fondendo il rigore teorico di quelle origini con linguaggi espressivi di provenienza afro-asiatica.

Una libertà espressiva che negli anni ha connotato la diversità del design italiano nel contesto internazionale, per il suo rapporto sia con l'arte sia con l'industria e la tecnologia.

Non si vuole sostenere che tutto il design italiano abbia avuto questo orientamento, ma certamente molti progettisti italiani (in modo per lo più inconsapevole e a volte solo in alcune opere) hanno tessuto questo filo rosso con risultati davvero sorprendenti.

L'antropomorfismo, la volumetria geometrica degli oggetti, la doppia immagine, il mandala "laicizzato" e la verticalità sono alcuni parametri di lettura che intessono questi dialoghi tridimensionali senza parole.

Dialoghi tra cose, merci e feticci di diverso ordine, il cui significato va ben oltre la loro funzione d'uso e simbolica.

E qui, si apre il dialogo…

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