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Cronaca

Allenatore indagato per atti sessuali con 3 minori: in casa materiale pedopornografico

L'indagine dei carabinieri dopo la segnalazione di una madre. Pressioni psicologiche e minacce alla base delle relazioni

Entrare in contatto con le proprie vittime, per lui, era molto semplice. Frequentava gli stessi ambienti e quindi era più agevole carpirne la fiducia. Questa mattina, i carabinieri di Mestre hanno eseguito una duplice misura cautelare a carico di un uomo, ex allenatore di calcetto di 40 anni, indagato per detenzione di materiale pedopornografico, adescamento e atti sessuali con minorenni di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Il gip del tribunale di Venezia ha imposto all'uomo l'obbligo di dimora e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle vittime.

Le indagini

I fatti risalgono agli anni tra il 2015 e il 2018. A lanciare l'allarme ai carabinieri è stata la madre di una ragazza minorenne, insospettita dallo strano rapporto che la giovane intratteneva con l'uomo. È stato controllando il cellulare della figlia che si è trovata di fronte alla cruda realtà: le chat su WhatsApp erano il chiaro segno di una relazione tra i due, fatta di scambi di messaggi inequivocabili, contenenti anche richieste di fotografie spinte. A quel punto i militari dell'Arma hanno informato la procura che ha disposto una perquisizione a casa dell'uomo. Qui sono stati sequestrati computer e alcuni cellulari che contenevano altri messaggi con due ragazzine, anche loro minorenni. Quando sono state sentite, le giovani hanno raccontato del rapporto che avevano con il 40enne, una sorta di pseudo relazione della quale loro erano convinte. Con entrambe, in occasione di trasferte sportive, ci sarebbero stati dei palpeggiamenti a differenza della prima ragazzina, con la quale non ci sono stati atti sessuali. 

Perquisizone domiciliare

L'interrogatorio delle vittime ha permesso di chiarire come avvenivano gli adescamenti. Dopo aver carpito la fiducia delle ragazzine, l'uomo le sottoponeva a forti pressioni psicologiche, riuscendo prima a farsi inviare foto spinte e in qualche caso a toccarle nelle parti intime. Le minori erano poi costrette al silenzio. «Non devi dirlo a nessuno», diceva l'indagato. Adesso l'uomo, che ha cambiato lavoro, non potrà più avvicinarsi ad ambienti frequentati da minorenni. 

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