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Cronaca Lido

"Acciaio": la classe operaia non va all'Elba. Non la desidera neanche più

Nella trasposizione cinematografica del best seller di Silvia Avallone di Stefano Mordini la storia "operaia" di famiglie di lavoratori di Piombino e di adolescenti in cerca di se stesse

La distanza che passa tra Piombino, con le sue acciaierie, e l'Elba, non è solo il breve tratto di mare che separa la terra ferma dall'isola. Da una parte, come si vede in 'Acciaio' film di Stefano Mordini passato oggi al Lido alle Giornate degli Autori, c'é infatti una classe operaia che arranca e giovani senza futuro. E, dall'altra, la gente che ha i soldi e va in vacanza.

Il film, tratto dal romanzo d'esordio di Silvia Avallone (Premio Campiello opera prima e finalista al Premio Strega 2010) racconta la storia di due ragazzine, Anna e Francesca (Matilde Giannini e Anna Bellezza), alle prese con i primi turbamenti e con un futuro che si avvicina sempre più senza offrire però alcuna speranza. C'é poi nel film Alessio (Michele Riondino), fratello di Anna, operaio che arrotonda come può e tira spesso di coca, ma che fondamentalmente ha un solo vero obiettivo restare ancorato al lavoro fisso all'acciaieria.

Un lavoro che, tra l'altro, ama molto. Per lui un sola vera passione, quella per Elena (Vittoria Puccini), l'agiata figlia del dottore della cittadina che, dopo alcune esperienze di lavoro, si ritrova a tornare sui suoi passi come impiegata nella stessa acciaieria.

"Sono stata subito coinvolta nella storia - spiega oggi al Lido Silvia Avallone -. Va detto che è la mia stessa storia, ma declinata in modo diverso. Nel 2010, quando è uscito il libro, c'erano ancora delle energie, oggi ci sono invece solo incertezze epocali e gli operai hanno di nuovo fatto irruzione mediatica nella nostra societa".

E proprio sul rapporto classe operaia-industria spiega invece Mordini alla sua opera prima: "Si può dire che oggi è come mancassero i referenti. Le classi esistono ancora, ma il rapporto tra operai e capitale è totalmente cambiato. Una volta c'era un tacito accordo tra queste due parti, quello di garantire il futuro delle famiglie, oggi il neoliberismo he deresponsabilizzato la proprietà e non c'é più dialogo".

Riondino che ha frequentato per un certo tempo l'acciaieria di Piombino (la Lucchini, ndr) sottolinea: "Era molto importante entrare nella fabbrica e conoscere i ritmi. Bisogna capire cosa si sta facendo, stare con gli operai nella stessa mensa, vivere le squadre e capire soprattutto i silenzi e le attese che ci sono in questo lavoro. In un altoforno la noia può essere assassina".

Il personaggio di Alessio, dice: "ha la sola ambizione di mantenere il proprio posto. E' un uomo molto pragmatico e, con il ritorno di Elena, immagina anche la possibilità concreta di creare un proprio nucleo familiare". Rispetto al romanzo, dice invece la Puccini: "sono forse un po' meno aliena, una giovane donna che fugge e va studiare in un'altra città e, quando torna, rincontra il suo vecchio amore, Alessio, e si innescano quegli stessi meccanismi di prima".

"Quello che è cambiato ultimamente verso l'Ilva - spara poi a zero Riondino - è l'attenzione dei media. Si parla di bustarelle o intercettazioni, ma in realtà sono tutte cose che a Taranto tutti sanno bene. Non c'é politica - ha continuato l'attore - che si interessi davvero del problema. La famiglia Riva si è schierata con ogni parte politica, con la chiesa e con i giornali così non ci resta che strappare la scheda elettorale. Potrebbe sembrare un segno non costruttivo, ma secondo me è un segnale che si può dare alla mia parte politica che non è mai stata al potere".

Il film Acciaio è passato oggi alla Mostra del di Venezia nelle Giornate degli Autori. Infine, la Avallone spiega come la distanza tra Piombino e l'Elba: "é sia una metafora, sia la mia personale esperienza: a Piombino non ci è venuto mai in mente di andare al mare all'Elba. Resta insomma una metafora tra i desideri e la vita". (Ansa)

 

IL TRAILER DEL FILM

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