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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Piazza Mazzini, 30016 - Jesolo (VE)

Il cerchio si chiude, fermati tutti gli accoltellatori di piazza Mazzini

Il 14 giugno scorso un algerino rischiò di morire per tre fendenti sferrati da altrettanti tunisini. Ora sono stati tutti individuati a Jesolo

Lo avevano accoltellato tutti e tre. Senza pietà. Al collo, al fegato e alla coscia. Non avevano certo intenzione di lasciare a terra feriti lo scorso 14 giugno nella spiaggia antistante piazza Mazzini a Jesolo Lido. Tutti armati di lama, tutti ora arrestati per tentato omicidio. Torna alla ribalta l'aggressione che un cittadino algerino subì nel pieno della notte non appena arrivato sul litorale veneziano. Prima una lite con tre tunisini, poi il corpo a corpo. I tre fendenti e poi il ferito lasciato a terra agonizzante, che con la forza della disperazione dalla spiaggia si è trascinò fino all'accesso al mare più vicino per chiedere aiuto. Per poi svenire. Il primo degli accoltellatori, riconosciuti dalla vittima rimasta in rianimazione per circa una settimana, era già stato sottoposto a fermo indiziario di delitto il 21 giugno scorso. Venne scovato all'interno di un capannone industriale abbandonato di via Buonarroti mentre stava passando la notte con altri senza fissa dimora.

In quel frangente venne sequestrato anche il coltello a serramanico dalla lama di otto centimetri che venne utilizzato per colpire alla gola il malcapitato. La lama risulta compatibile con la ferita. E in più l'arma è stata riconosciuta anche dal ferito. La sua collaborazione ha fornito un aiuto fondamentale per le indagini di carabinieri e commissariato locale: in seconda battuta, grazie a un book fotografico di una ottantina di immagini, sono stati riconosciuti anche gli altri due presunti accoltellatori. Uno è stato fermato il 2 luglio, durante un servizio di prevenzione crimine notturno interforze. Aveva visto gli agenti e aveva cercato di nascondersi dietro alcune cabine. Senza riuscirci. Si tratta di un 29enne già con precedenti alle spalle, al pari del complice 27enne, individuato sabato scorso in un appartamento di Jesolo Paese. Ospitato da un cugino. Inutile per lui il tentativo di fuga da una finestra. Il tutto in attesa che il Ris porti a termine le analisi sul coltello sequestrato al primo fermato, per stabilire senza ombra di dubbio se la lama sia proprio quella che lo aveva attinto alla gola. La stessa venne requisita al pari di un coltello da cucina dalla lama di 26 centimetri, una roncola di 43 centimetri e la riproduzione di una pistola a tamburo senza tappo rosso. Per questo motivo cinque persone sono state denunciate per possesso di armi e oggetti atti a offendere. I tre accusati di tentato omicidio si trovano al carcere di Santa Maria Maggiore.

A quanto pare, ma le indagini non si fermano, i motivi dell'aggressione sarebbero molto futili. L'algerino poi accoltellato quella maledetta notte del 14 giugno sarebbe stato fermato dai tre per chiedere cosa facesse di notte in quel tratto di litorale. A un certo punto, però, sarebbe squillato il telefonino al malcapitato. Che avrebbe risposto. Un affronto secondo il trio, i cui componenti sarebbero quindi partiti con le coltellate alla giugulare, all'addome e alla coscia. Picchianto a sangue il loro interlocutore.

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