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Più in fretta possibile per riconsegnare la materna devastata dall'acqua: «Sarà pronta domani»

Il dopo alta marea a Venezia ha colpito pesantemente anche le scuole. Estenuante il lavoro degli ausiliari Ames del Comune di Venezia alla Santa Teresa. «Ce l'abbiamo messa tutta»

Non potevano credere ai loro occhi, gli ausiliari e gli addetti al servizio mensa di Ames, società del Comune di Venezia, che hanno riaperto i battenti della scuola materna Santa Teresa a Dorsoduro, lunedì mattina, a quasi una settimana dall'acqua alta a 187 centimetri di martedì scorso. Dopo quella di marea ne è arrivata un'altra a 154, venerdì mattina, e un'altra ancora ha raggiunto i 150 centimetri domenica alle 13. Una piccola squadra di operatori, quella disponibile, neanche 10 persone, che si è trovata a fare un grande lavoro, raccontano. Acqua, sporco, sabbia. «Ma bisognava rimettere in piedi la materna».

Tempistiche

Disinfettare, sciacquare, sanificare, in modo da restituire a bambini piccoli, circa 36, un ambiente igienicamente accettabile. «Non si sono risparmiati, gli operatori. Con fatica e impegno si sono tirati su le maniche. Pompe, tira acqua, spazzettoni e stracci, hanno fatto il possibile. Saltata anche la pausa pranzo per riuscire a finire, ma non ce la farannmo a consegnare la scuola a posto per domani, martedì 19 novembre, come avrebbero voluto fare - racconta il rappresentante sindacale della sigla Uil, Mario Ragno -. Alcune attrezzature non erano disponibili - racconta - ma gli ausiliari armati di impegno hanno fatto in modo di procurarle. Stamattina erano in due, tre alle 9 e sei alle 10. Erano al freddo, e non avevano tute e il necessario in quella situazione. Solo tanta buona volontà».

Risorse spontanee

Certo non si parla di una pulizia ordinaria, dopo quello che è successo. Inevitabile che come tutti gli edifici, privati e pubblici, anche le scuole pagassero lo scotto dell'alluvione. «Qualche operatore in più a dare una mano, avrebbe aiutato molto, magari qualche volontario a portare qualche panino», dice Ragno. Alle 14.30, dopo una mattina ininterrotta di lavoro, era stato tolto il grosso dello sporco, tra acqua e fango. «Per farlo non si sono tirate indietro neppure le persone che in squadra hanno percentuali di invalidità certificate. «Ecco come si spiegano i voti eccellenti che gli operatori ottengono nei questionari annuali che vengono somministrati alle famiglie - commenta il sindacalista -. Il loro obiettivo sono sempre i bambini. Le attenzioni, le cure, e anche l'affetto sono risorse spontanee e non scontate». Domani c'è da riaprire la materna XXV Aprile alla Giudecca, «una ausiliaria della Santa Teresa sarà trasferita lì, non senza disagio», dice Ragno. «Siamo esausti - dicono gli operatori - ma andremo avanti con tutte le forze».

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